Smaltimento rifiuti speciali
Smaltimento rifiuti speciali: cosa fare? Quali obblighi ci sono?
I rifiuti sono un problema se gestiti male mentre possono diventare una risorsa se gestiti, controllati e smaltiti correttamente attraverso la raccolta differenziata porta a porta. Lo smaltimento dei rifiuti speciali invece è cosa bene più seria e delicata e sia il singolo cittadino che le aziende, le industrie e i cantieri edili devono rispettare i vincoli e le normative di riferimento che regolano lo smaltimento dei rifiuti speciali e sanzionano sia a livello civile che penale chi non rispetta queste regole ed inquina l'ambiente, il suolo, l'aria e il sottosuolo. Vediamo come funziona lo smaltimento rifiuti speciali, a chi rivolgersi e quali obblighi ci sono.
Se l'art. 183 del D.Lgs. n. 152/2006 da la definizione di rifiuto generico, l’art. 184 da una classificazione dei rifiuti in base all'origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali) e in base alle loro caratteristiche (rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi). Quando si dice rifiuti pericolosi si intende pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente.
Sempre secondo il D.Lgs 3 aprile 2006 n. 152 per quanto riguarda la gestione dei rifiuti speciali si dice quanto segue:"Sono precisate le operazioni destinate anzitutto alla prevenzione e alla riduzione dei rifiuti, passando al recupero e, se non sono possibili altri interventi, al processo di smaltimento (incluso lo smaltimento rifiuti speciali)".
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Durante la fase di demolizione di un edificio si producono moltissimi rifiuti speciali di diversa tipologia che vanno smaltiti correttamente (foto di MichaelGaida - Fonte: https://pixabay.com) |
Definizione e classificazione dei rifiuti secondo la normativa
Secondo l’art. 183 del D.Lgs 3 aprile 2006 n. 152, il cosiddetto Testo Unico Ambientale, in Italia si definisce rifiuto: “Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi” e per detentore si intende il soggetto che ce l’ha in carico perchè lo produce o lo ha acquistato da qualcuno che lo ha prodotto e vuole disfarsene perchè non gli serve più o si è rotto o rovinato.Se l'art. 183 del D.Lgs. n. 152/2006 da la definizione di rifiuto generico, l’art. 184 da una classificazione dei rifiuti in base all'origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali) e in base alle loro caratteristiche (rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi). Quando si dice rifiuti pericolosi si intende pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente.
Sempre secondo il D.Lgs 3 aprile 2006 n. 152 per quanto riguarda la gestione dei rifiuti speciali si dice quanto segue:"Sono precisate le operazioni destinate anzitutto alla prevenzione e alla riduzione dei rifiuti, passando al recupero e, se non sono possibili altri interventi, al processo di smaltimento (incluso lo smaltimento rifiuti speciali)".
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Rifiuti abbandonati (foto di geralt - Fonte: https://pixabay.com) |
Cosa sono i rifiuti speciali e come vanno gestiti
Abbiamo visto che i rifiuti se classificati in base all'origine possiamo avere rifiuti urbani, che sono quelli prodotti comunemente in casa (secco, umido, carta, plastica e lattine) e che viene raccolto e smaltito dalla pubblica amministrazione attraverso il servizio della raccolta differenziata pagata con le tasse; mentre i rifiuti speciali sono dei rifiuti in genere pericolosi che non rientrano nelle categorie dei rifiuti urbani e che sono prodotti da aziende, industrie, fabbriche ma anche cantieri edili.
Nel caso particolare per esempio che dobbiamo disfarci di un vecchio elettrodomestico, un armadio, o un oggetto ingombrante oppure le pile, i medicinali scaduti e i toner delle stampanti (classificati rifiuti speciali) dobbiamo necessariamente portarli all'ecocentro del Comune di residenza in modo che vengano smaltiti correttamente. Se non è possibile farlo allora esiste anche il servizio che vengono a prenderselo loro.
I rifiuti speciali prodotti da aziende e industrie invece non vengono smaltiti dalla pubblica amministrazione ma da aziende private che si occupano delle varie fasi di gestione del rifiuto: trasporto, servizio, gestione documentale, analisi, ecc. secondo le modalità prescritte dalla legge.
Nel caso particolare per esempio che dobbiamo disfarci di un vecchio elettrodomestico, un armadio, o un oggetto ingombrante oppure le pile, i medicinali scaduti e i toner delle stampanti (classificati rifiuti speciali) dobbiamo necessariamente portarli all'ecocentro del Comune di residenza in modo che vengano smaltiti correttamente. Se non è possibile farlo allora esiste anche il servizio che vengono a prenderselo loro.
I rifiuti speciali prodotti da aziende e industrie invece non vengono smaltiti dalla pubblica amministrazione ma da aziende private che si occupano delle varie fasi di gestione del rifiuto: trasporto, servizio, gestione documentale, analisi, ecc. secondo le modalità prescritte dalla legge.
Cosa prevede la legge e cosa fare
La normativa prevede che il produttore di rifiuti speciali ai fini di una corretta gestione dei rifiuti speciali deve procedere alla sua esatta classificazione che deve essere fatta in collaborazione con società specializzate nello smaltimento. La classificazione dei rifiuti è un passaggio chiave, fondamentale perchè i suoi effetti si ripercuotono su tutte le fasi successive della gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali.
I rifiuti speciali sono quasi sempre molto dannosi per l'ambiente e per la salute dell'uomo e un smaltimento scorretto potrebbe provocare disastri ambientali. Purtroppo le mafie da sempre hanno un traffico incredibile sul settore dei rifiuti speciali e le forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza fanno di tutto per contrastare questi scempi ambientali.
I rifiuti speciali sono quasi sempre molto dannosi per l'ambiente e per la salute dell'uomo e un smaltimento scorretto potrebbe provocare disastri ambientali. Purtroppo le mafie da sempre hanno un traffico incredibile sul settore dei rifiuti speciali e le forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza fanno di tutto per contrastare questi scempi ambientali.
I rifiuti speciali vengono classificati e catalogati secondo il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) dove viene assegnato al rifiuto un codice numerico identificativo di 6 cifre. I rifiuti speciali pericolosi oltre al codice sono contrassegnati anche con un asterisco.
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Discarica pubblica (foto di PublicDomainPictures - Fonte: https://pixabay.com) |
Come si attribuisce un codice CER ad un rifiuto speciale
Il codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) è un codice numerico che identifica il rifiuto ed è formato da 3 coppie di numeri:
- la prima identifica il settore industriale da cui deriva il rifiuto;
- la seconda indica la lavorazione specifica all’interno di quel settore industriale;
- la terza indica le sostanze effettivamente contenute all’interno del rifiuto.
Secondo il DL 91/2014, convertito con legge 116/2014, obbliga la responsabilità dell'attribuzione del codice CER al rifiuto al produttore che se ne assume la piena responsabilità di quello che certifica; egli deve essere consapevole e documentare in un apposito registro i vari codici per capire se un rifiuto è pericolo o non e l'entità di questo rifiuto per il corretto smaltimento e deve conservare i documenti presso la sede produttiva del rifiuto. Per attribuire il corretto codice CER al rifiuto in questione il produttore deve rispettare la procedura descritta a livello comunitario dalla Dec. n. 2000/532/CE; in pratica una volta individuato il rifiuto basandosi sulla tabella allegata alla direttiva CE assegnerà il relativo codice CER.
Il produttore del rifiuto quindi, in collaborazione con le ditte specializzate nello smaltimento dei rifiuti speciali deve determinare esattamente il ciclo produttivo da cui proviene il rifiuto, e deve anche conoscere le materie prime che entrano nel ciclo produttivo, facendo particolare riferimento alle etichettature a alle schede di sicurezza da cui si possono prendere le informazioni riguardo alla pericolosità e alle misure di sicurezza da adottare nella loro gestione.
Il produttore del rifiuto quindi, in collaborazione con le ditte specializzate nello smaltimento dei rifiuti speciali deve determinare esattamente il ciclo produttivo da cui proviene il rifiuto, e deve anche conoscere le materie prime che entrano nel ciclo produttivo, facendo particolare riferimento alle etichettature a alle schede di sicurezza da cui si possono prendere le informazioni riguardo alla pericolosità e alle misure di sicurezza da adottare nella loro gestione.
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Deposito di copertoni usati che devono essere smaltiti (foto di recyclind - Fonte: https://pixabay.com) |
Il registro di carico scarico rifiuti
I produttori di rifiuti speciali hanno anche l’obbligo di tenere un registro di carico scarico (tenuti presso ogni impianto di produzione) su cui devono annotare le informazioni sulle caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti (che devono essere fatte entro dieci giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto e dallo scarico del medesimo) per poi fare la comunicazione annuale al Catasto.
Secondo l'art. 183 del D.Lgs 152/2006 è permesso depositare temporaneamente i rifiuti speciali solamente però se appartenenti a categorie omogenee di rifiuti (evitando la mescolatura di categorie diverse), nel rispetto delle relative norme tecniche che regolano il deposito, l’imballaggio e l’etichettatura delle sostanze pericolose in essi contenute.
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Contaminazione da rifiuti industriali (foto di yogendras31 - Fonte: https://pixabay.com) |
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