Mario Botta l'architetto che costruisce con i mattoni
Mario Botta è considerato uno dei maestri dell'architettura contemporanea e certamente uno che ha lasciato il segno nell'architettura mondiale. Allievo di Carlo Scarpa, Mario Botta è diventato famoso per la realizzazione di chiese e per l'uso sapiente della pietra e del mattone faccia a vista, curando ogni minimo dettaglio. Scopriamo meglio il lavoro e la filosofia di quest ogrande architetto e le sue opere principali.
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Cappella di Santa Maria degli Angeli - Monte Tamaro Svizzera arch. Mario Botta (foto di Kernli - Fonte: pixabay.com) |
Indice
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Chi è Mario Botta
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Gli elementi che contraddistinguono l'opera di Botta
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Principali opere architettoniche
Chi è Mario Botta
Mario Botta non ha bisogno di presentazione, perchè è considerato uno dei maggiori esponenti dell'architettura mondiale. Ticinese, Mario Botta ha iniziato la sua carriera nel lontano 1963 e da allora ha progettato più di trecento edifici (spesso di grandi dimensioni) e opere di design, con una media di circa 8 progetti all'anno.
Nel corso della sua attività progettuale ha potuto sperimentare ogni genere
di tipologia di edificio: dalle piccole chiese alle cattedrali, edifici
residenziali, spazi museali, grattacieli, musei, cantine per il vino, ma
anche allestimenti museali, scenografie teatrali e oggetti di design.
Architetto poliedrico ha sempre saputo esaltare la forma e creare spazi con
la luce utilizzando materiali naturali a vista come la
pietra e il
mattone in laterizio trovando un suo stile personale.
Gli elementi che contraddisitguono l'opera di Botta
Fra i canoni vitruviani (Utilitas, Firmitas, Venustas) quello che caratteriza di più l'architettura di Mario Botta è la firmitas oltre la geometria che ha il ruolo di interpretare la lettura dello spazio, gli angoli enfatizzati e l'ordinamento simmetrico delle pareti e delle sottrazioni. L'architetto ticinese ha assimilato le opere di Louis Kahn ma anche gli insegnamenti dei maestri Le Corbusier e Carlo Scarpa che hanno contribuito a formare il suo personale stile.
Negli edifici di Botta c'è una chiara volontà di trovare il concetto di profondità e spessore del muro, facendolo diventare da elemento tecnico statico fine a se stesso a un'entità spaziale. Questo ritorno alla tradizione costruttiva e tettonica viene reinterpretato da Botta e orchestrato magicalmente nelle sue opere. L'architettura di Botta si rivela in questo senso profondamente "classica".
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Chiesa di San Giovanni Battista (Mogno-Fusio, Ticino, Svizzera, 1986 -
1996) arch. Mario Botta (foto di uhu's pics - Fonte: flickr.com) |
Il muro
Come abbiamo accennato il muro diventa un elemento importante per l'opera
dell'architetto ticinese. L'immagine e la funzione del muro sono componenti
primarie nelle sue opere, con l'inclinazione al pieno e al massiccio. Il
muro acquisisce così significati morali e valori simbolici. Il muro di Mario
Botta ha una "durata" nel tempo e il materiale gioca un ruolo di primo piano
, perchè da alla parete la propria texture e solidità. Inoltre il muro di
Mario Botta è un muro spesso a testimoniare la netta separazione tra interno
ed esterno e presenta delle aperture per modellare la luce. Il muro non
viene inteso come espressione di chiusura ma piuttosto come uno strumento
per proiettare verso l'esterno i valori simbolici dell'edificio.
Il luogo
Un altro aspetto fondamentale nell'architettura di Mario Botta è il luogo;
anzichè "costruire il sito" l'edificio di Botta "costruisce il sito". Quando
si trova in un paesaggio aperto l'edificio si erge ad affermare la propria
esistenza tramite la solidità del volume e l'ordine geometrico. Quando si
trova in città la facciata tiene conto dell'elevazione stradale e risponde a
questa senza sacrificare il proprio desiderio di una presenza indipendente.
La luce
Botta nell'arco della sua lunga carriera ha realizzato moltisisme chiese ed
edifici museali dova la luce viene utilizzata come materiale naturale
per progettare. Nelle sue opere l'involucro esterno è modellato dal gioco
della luce sui corpi scavati o sulle superfici, e il volume interno è
definito e animato dalla presenza della luce.
Il volume
Nell'architettura di Mario Botta il volume è definito a priori. Il volume per Botta rappresenta una forma primaria che non viene distorta o deformata, ma può essere deformata mantenendo sempre la sua origine chiara. In genere troviamo un volume principale e un volume secondario o più volumi secondari che sono uniti da regole precise utilizzando gli assi di simmetria. La simmetria infatti è uno dei cardini della sua opera, la regola principale per dare ordine.
Le aperture
Le aperture si presentano come intagli scavati nel volume primario,
che assume così forza proprio in ragione di esse. E' attraverso l'operazione
di scavo dal volume principale che Botta indica la connessione con la
scala umana. Evita di trattare il problema del rapporto tra interno ed
esterno riducendosi a disegnare tradizionali superfici forate dalle
finestre, ma al contempo si dimostra contrario all'idea moderna di favorire
la scomparsa del pieno a vantaggio delle aperture.
Lo spazio del sacro
Per Mario Botta lo spazio del sacro è un principio che caratterizza tutte le sue opere e le numerose chiese da lui realizzate ne sono la testimonianza. Nelle chiese infatti si condensano tutti i caratteri fondamentali e gli archetipi che abbiamo visto fin'ora e che sono parte integrante del suo lavoro.
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Mart - Museo d'arte moderna e contemporanea (Rovereto, Italia 1988 -
2002) arch. Mario Botta (foto di antschy - Fonte: flickr.com) |
Principali opere architettoniche
Mario Botta ha uno stile unico e inconfondibile e mentre altri architetti si sono rivolti sempre più alla tecnologia e l'uso di tecniche e materiali innovativi sperimentando in un'ottica sostenibile, Mario Botta è sempre stato un architetto "tradizionale", materico che usa materiali naturali e forme primarie e geometriche.
Fra le sue opere principali ricordiamo le seguenti:
- Banca del Gottardo (Lugano, Svizzera 1982-1988),
- Chiesa di San Giovanni Battista (Mogno-Fusio, Ticino, Svizzera, 1986 - 1996),
- Mart - Museo d'arte moderna e contemporanea (Rovereto, Italia 1988 - 2002),
- Moma - Museo d'arte moderna (San Francisco, Usa 1989 - 1995),
- Torre Kyobo (Seoul, Corea del Sud 1989 - 2003),
- Cappella di Santa Maria degli Angeli (Monte Tamaro, Svizzera 1990 - 1996),
- Chiesa e centro pastorale Giovanni XXIII (Seriate, Italia 1994 - 2004),
- Biblioteca Municipale (Dortmund, Germania 1995 - 1999),
- Sinagoga Cymbalista e Centro dell'eredità ebraica (Campus dell'Univestità di Tel Aviv, Israele 1996 - 1998),
- Cantina Petra (Suvereto, Italia 1999 - 2003)
Ediz. illustrata (Italiano)
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