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Il ripristino del calcestruzzo: cos’è, come si fa, prezzi

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Nel corso degli anni, il calcestruzzo si è evoluto sempre di più diventando uno dei materiali da costruzione maggiormente utilizzati. Purtroppo, anche il calcestruzzo non dura in eterno, e ha bisogno di manutenzione e di essere ripristinato.

ripristino del calcestruzzo
Foto di PellissierJP – Fonte: pixabay.com

Perchè occorre il ripristino del calcestruzzo

Il calcestruzzo è senza dubbio al primo posto fra i materiali da costruzione più utilizzati. Questo grazie alla sua lavorabilità e facilità di applicazione in più settori, alle sue caratteristiche meccaniche, alla facilità e velocità di posa in opera e alla sua economicità.

Nonostante questo materiale nel corso degli anni si sia evoluto e perfezionato sempre di più migliorando le sue prestazioni, il suo tallone d’Achille rimane sempre la durabilità nel tempo. Sebbene sembri un materiale solido e resistente, in realtà subisce gli effetti del passare del tempo e se non viene fatta una corretta manutenzione prima o poi subisce degli ammaloramenti.

Si stima che il periodo medio di vita di un’opera in calcestruzzo armato sia di circa 50 anni. Se in questo arco di tempo non viene
mai fatto nulla c’è il rischio che possano accadere cedimenti
strutturali.

Cause del degrado del calcestruzzo

Fra le cause principali del degrado dei manufatti in calcestruzzo armato, possiamo avere:

  • Cattiva esecuzione delle opere: Errori progettuali e di calcolo ma anche esecutivi possono così danneggiare in poco tempo queste strutture. A tal riguardo le pratiche
    sbagliate che accadono di solito sono: vibratura assente o insufficiente, cattiva esecuzione dei getti, copriferro insufficiente, errata quantità di acqua nell’impasto, etc. Un manufatto in calcestruzzo per durare più a lungo
    deve essere costruito a “regola d’arte”.
  • Cicli di gelo-disgelo: se l’acqua entra all’interno della massa di calcestruzzo in caso di gelo dovuto all’abbassamento delle temperature, questa tende a gonfiarsi e a recare danni che si evidenziano attraverso fessurazioni superficiali che provocano poi la disgregazione del calcestruzzo mettendo in vista i ferri d’armatura. Cicli ripetuti di gelo-disgelo fanno gonfiare e
    sgonfiare la massa di calcestruzzo provocando la rottura.
  • Agenti aggressivi: in questa categoria rientrano tutti quegli agenti esterni presenti nell’aria che possono intaccare e rovinare la superficie del calcestruzzo. Ne sono un esempio le strutture realizzate in zone marine sottoposte all’azione del sale presente nell’acqua e nell’aria. Altri agenti possono essere ad esempio il sale usato per sciogliere il ghiaccio sulle
    strade in inverno, prodotti chimici, smog, etc. Questi agenti aggressivi se entrano nel calcestruzzo, in maniera simile all’acqua, provocano rigonfiamenti e disgregazioni, corrosione dei ferri d’armatura e comparsa di efflorescenze e muffe.
  • Anidride carbonica: la CO2 presente nell’aria fa una reazione chimica con la calce presente nel cemento formando il processo di carbonatazione. Questo fenomeno va a rovinare sia la parte superficiale del manufatto in calcestruzzo ma col passare del tempo intacca anche gli strati più profondi. In questo modo si abbassa il PH del calcestruzzo e si favorisce il fenomeno
    della corrosione delle armature che provocano poi distacchi di materiale.
  • Corrosione: la corrosione è quel fenomeno che provoca l’ossidazione del ferro delle armature dovuta alla loro esposizione ai fattori sopra elencati. L’ossidazione provoca un aumento di volume del ferro oltre a una diminuzione
    delle sue caratteristiche meccaniche.

Cos’è il ripristino del calcestruzzo

Per ripristino del calcestruzzo si intendono le azioni che servono a sistemare e riportare il calcestruzzo al suo stato originario
prima che il danno diventi irreparabile, compromettendo irrimediabilmente la struttura. Possiamo avere due tipi di ripristino:

  • Ripristino corticale: questo ripristino riguarda solamente le aree superficiali della struttura e non riguarda parti strutturali. Di per sé queste zone non sono pericolose ma se lasciate lì senza essere curate possono poi provocare danni più seri;
  • Ripristino strutturale: questo ripristino invece riguarda le parti che incidono sulla stabilità della struttura e quindi potenzialmente molto pericolose. Fanno quindi riferimento al ripristino degli elementi strutturali (travi, pilastri, etc.) che hanno subito un degrado generalizzato e profondo. In questo caso gli interventi da eseguire sono più seri ed elaborati. Prima di capire come intervenire quindi sarà necessario
    individuare l’entità del danno e il tipo di ripristino migliore.

Livelli di deterioramento

Ora vediamo i tre livelli di deterioramento di una struttura in base alla gravità:

  • Livello 1, degrado lieve: questo è il primo livello e interessa
    solamente interventi minimi che riguardano spessori nell’ordine dei 5 mm. Questi interventi sono quelli più semplici da eseguire: per risanare il calcestruzzo ammalorato si interviene trattando l’area interessata con prodotti in grado di impedire la carbonatazione.
  • Livello 2, degrado medio: in questo caso le parti ammalorate del calcestruzzo possono arrivare anche fino a 5 cm di profondità provocando fessurazioni e distacchi localizzati. In questo caso vengono utilizzare delle malte specifiche che sono in grado di consolidare e rinforzare il cemento.
  • Livello3, degrado grave: è il caso peggiore dove i fenomeni di ammaloramento del calcestruzzo arriva in profondità compromettendo anche la stabilità e la struttura. In questo caso sono diversi i modi di intervenire; il più utilizzato è l’iniezione di malte superfluide che una volta iniettate
    tendono a consolidarsi, rendendo la struttura impermeabile, solida e isolata.

Ripristino calcestruzzo ammalorato

Abbiamo visto quindi che se l’opera è stata eseguita male e non a “regola d’arte”, se i materiali utilizzati come materie prime sono scadenti, e se in fase di realizzazione non sono state valutate in maniera accurata le condizioni fisiche e ambientali che l’opera in calcestruzzo dovrà sottostare, e se non si fa una manutenzione nel corso degli anni, sarà inevitabile che si manifestino i segni di cedimento.

Diventa quindi necessario e indispensabile il sopralluogo e l’intervento di un tecnico qualificato per decidere come intervenire e riparare il danno. In questo modo con vari prodotti e tecniche si procede al ripristino del calcestruzzo ammalorato.

Malta per ripristino calcestruzzo

La malta per il ripristino del calcestruzzo è una malta speciale, ideale per
porre rimedio e riprisitnare le parti del calcestruzzo ammalorato e
risolvere i problemi di degrado. La scelta del prodotto migliore deve essere
fatta sulla base dei seguenti criteri:

  • adesione;
  • resistenza meccanica;
  • spessore di applicazione;
  • conoscenza del tipo di aggressione sulla struttura;
  • conoscenza della localizzazione dell’intervento.

Vediamo ora alcune malte per ripristino del calcestruzzo della Mapei,
azienda leader nel settore dell’edilizia:

Mapefer e Mapefer 1K

Mapefer e Mapefer 1K sono le malte speciali per la protezione anticorrosiva rialcalinizzante dei ferri d’armatura della Mapei.

Scarica scheda tecnica MAPEFER

 
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Mapegroup T60

Mapegrout T60 è una malta tissotropica fibrorinforzata a ritiro
compensato. E’ utilizzata per ripristinare le strutture in calcestruzzo
ammalorato sottoposte ad aggressione solfatica.

Scarica la scheda tecnica di MAPEGROUT T 60

 
 
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Ripristino calcestruzzo ammalorato: Prezzi

Il ripristino del calcestruzzo ammalorato è un’operazione che può essere più o meno complessa a seconda dell’entità del danno. Lasciando perrdere i danni gravi, quelli che possono intaccare la struttura e che necessitano di interventi da parte di tecnici qualificati, per i lavori di ripristino superficiale come abbiamo visto si possono utilizzare malte cementizie e prodotti vari presenti in commercio.

Il ripristino del calcestruzzo ammalorato in genere prevede alcune di queste lavorazioni: 

  • demolizione delle parti che si staccano,
  • spazzoaltura delle armature ossidate,
  • rimozione delle parti friabili del copriferro,
  • pulizia sottofondo ed eliminazione delle polveri,
  • applicazione di trattamento anticorrosivo,
  • lavaggio accurato della zona dell’intervento,
  • ripristino volumetrico e strutturale con malta cementizia (vedi sopra),
  • utilizzo di cazzuola.

Generalmente per queste operazioni di ripristino del calcestruzzo possiamo
arrivare a un prezzo circa 240,00 euro/mq. Bisogna considerare che
questo prezzo è puramente indicativo a livello nazionale e può subire
variazioni economiche rispetto alle realtà locali di mercato.

Per gli interventi minimi, avendo un pò di manualità, si può intervenire
tranquillamente anche con il “fai da te” altrimenti bisogna affidarsi a
imprese di settore. La cosa migliore è farsi fare dei preventivi e poi
confrontare quello più vantaggioso. Cliccando qui sotto potrai ottenere fino
a 8 preventivi gratuiti.

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