Preservare l’acustica negli edifici (residenziali e non) è molto
importante al fine di garantire una buona qualità di vita all’interno degli
ambienti, ridurre lo stress ed evitare possibili liti fra condomini o fra
colleghi.
Vediamo in questo articolo
quando si prevede uno studio acustico nell’edilizia e a
quali tipologie edilizie non serve il collaudo acustico.
Acustica edilizia: quando e dove serve (foto di die_Zyballs – Fonte: pixabay.com) |
Perché è importante l’acustica
L’acustica edilizia è un parametro fondamentale per definire la qualità
di vita e di lavoro all’interno di un edificio; a dirlo è l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ha indicato i fattori fisici, chimici, biologici e sociali per poter
definire un ambiente salutare. Un ambiente acustico sfavorevole quindi
determina una cattiva capacità di relazionarsi e di essere produttivi. Fra i
requisiti di un
involucro edilizio
quindi vi è la capacità di garantire comfort e il benessere acustico
degli occupanti e limiti il rumore proveniente dall’esterno.
Come si propaga il rumore negli edifici
Il rumore negli edifici può provenire da fonti esterne (in tal caso sarà sufficiente avere dei buoni
serramenti in vetrocamera per ridurre i rumori) oppure dall’interno (è il caso
del rumore di calpestio o i rumori del vicino con il muro confinante).
Il rumore per propagarsi nello spazio, ed essere da noi percepito, necessita
di un mezzo elastico, e nel caso degli edifici il rumore si propaga attraverso
gli elementi strutturali che compongono l’edificio, quali pareti e solai,
tramite due meccanismi:
- Trasmissione per via aerea: propagazione aerea, senza incontrare
ostacoli solidi (ad es. condotte d’aria o aperture); - Trasmissione per via strutturale: propagazione avviene attraverso le
strutture solide dell’edificio, tramite vibrazioni elastiche.
In fase di progettazione di nuovi edifici o di ristrutturazioni, devono essere
valutati i RAP (Requisiti Acustici Passivi) che servono ad assicurare una
buona difesa alla trasmissione del suono per via aerea.
Cosa si intende per acustica edilizia
L’acustica edilizia (che si differenzia dallo studio e l’analisi
dell’acustica architettonica che prevede l’analisi di propagazione e
ricezione del suono all’interno degli ambienti chiusi) serve a limitare e
ridurre al minimo il disagio acustico che affligge la maggior parte delle
abitazioni cittadine.
L’acustica edilizia è regolamentata da normative di settore che obbligano sia
in caso di nuova costruzione che di ristrutturazione a rispettare
determinati standard qualitativi attraverso l’isolamento acustico che
deve essere valutato in base alle diverse sorgenti di rumore:
- Interne (ad esempio impianti e/o servizi, altri inquilini, ecc);
- Esterne (ad esempio traffico e rumore ambientale in genere);
- Per via aerea fra ambienti: valutazione dell’isolamento fra due
ambienti adiacenti e sovrapposti appartenenti a differenti unità abitative. - Per via aerea di facciate: valutazione dell’isolamento delle facciate
rispetto al rumore proveniente dall’esterno. - Da calpestio: valutazione dell’isolamento acustico da rumori da
calpestio con sorgente normata.
Norme sul rumore e classificazione acustica degli edifici
Le normative che in Italia regolamentano l’inquinamento acustico e il
rumore sono due:
- Legge 26 ottobre 1995, n. 447 ai sensi dell’articolo 117 della
Costituzione; - Il d.P.C.M. del 1997;
- UNI 11367 del 2010.
Legge 26 ottobre 1995, n. 447
Questa norma nazionale stabilisce i principi fondamentali di tutela e descrive
l’inquinamento acustico come:
” rumore nell’ambiente abitativo e nell’ambiente esterno tale da provocare
fastidio o disturbo al riposo alle attività umane, pericolo per la salute
umana, deterioramento dell’ecosistema, dei beni materiali, dei monumenti,
dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno tale da interferire con le
legittime fruizioni degli ambienti stessi”.
Il d.P.C.M. del 1997
Questo decreto definisce chiaramente quali sono i requisiti acustici delle
sorgenti sonore interne agli edifici e quali sono i
requisiti acustici passivi degli edifici, per limitare l’esposizione
umana al rumore e i suoi effetti negativi sulla salute. Le misure di verifica
e controllo delle prestazioni sono affidate a tecnici professionisti
abilitati.
I parametri che caratterizzano i
requisiti acustici passivi degli edifici in edilizia sono:
- Indice di valutazione del potere fonoisolante apparente di partizioni fra
ambienti R’w (dB); - Indice di valutazione del livello di rumore di calpestio di solai
normalizzato L’n (dB); - Indice di valutazione dell’isolamento acustico standardizzato di facciata
D2m,nT (dB); - Il tempo di riverberazione T (s).
UNI 11367 del 2010
La norma UNI 11367 del 2010 definisce una
procedura per la classificazione acustica degli edifici secondo misure
fonometriche, ad opera di un tecnico competente e certificatore, in base a 5
classi acustiche, una per ogni tipologia di rumore:
- rumori aerei;
- rumorei da calpestio;
- isolamento di facciata;
- rumori da impianti a funzionamento continuo;
- rumori da impianti a funzionamento discontinuo.
Quando si prevede uno studio acustico nell’edilizia
Lo studio acustico nell’edilizia occorre farlo ogni qualvolta si richiedono
particolari prestazioni acustiche. Ma può essere fatto anche autonomamente
con un fonometro che serve a misurar ei decibel e capire se si supera
la soglia minima. In commercio se ne possono trovare diversi, di buona
qualità e a un buon prezzo.
Il DPCM 5/12/97 di riferimento chiarisce che si applica solo a 7 categorie
di edifici:
Tabella A – CLASSIFICAZIONI, DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art. 2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività
assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche. case di cura e
assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i
livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o
assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o
assimilabili.
limiti da rispettare e per ridurre il
danno da inquinamento acustico a volte sono necessari vari interventi;
il problema non sussiste sulle nuove costruzioni ma sugli interventi di
ristrutturazione. Ecco che la normativa richiede la
valutazione di impatto acustico o VIA (Valutazione di Impatto Acustico).
A quali tipologie edilizie non serve il collaudo acustico
Oggi negli appalti pubblici è ormai un obbligo di legge (decreti
CAM) garantire il risultato acustico alla fine dei lavori mentre per gli
appalti privati è sempre più importante dare garanzie al cliente in fase
di vendita. Le sempre più frequenti liti fra condomini e l’aumento delle
finti di rumore presenti nelle nostre città hanno portato a definire una
regolamentazione chiara e precisa sui limiti da rispettare per garantire
comfort e qualità di vita.
Anche se ad oggi oggi per quanto riguarda gli appalti privati sono ancora
pochi i comuni che chiedono il
collaudo acustico alla fine lavori per gli appalti privati facciamo
presente che i requisiti acustici passivi sono comunque un
requisito d’igiene dell’immobile
e il non rispetto si traduce nella perdita dell’agibilità dell’immobile, ciò vale anche per molti casi di ristrutturazione.
Il collaudo acustico può essere eseguito solo da un
tecnico competente in acustica ambientale esperto, che sia almeno
riconosciuto all’elenco ENTECA del Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio e del mare (oggi MITE), con strumentazione in classe I di
precisione, e viene scelto dal committente dei lavori. Il collaudo alla
fine serve per tutelare chi paga i lavori ma anche chi li deve progettare
ed eseguire perchè identifica al meglio lo stato fi fatto acustico.
Vediamo nello specifico alcuni esempi pratici:
- Il privato cittadino che vuole insonorizzare il proprio immobile dovrebbe chiedere il collaudo dell’isolamento del rumore prima
dell’avvio dei lavori; - Il privato cittadino che compra una casa nuova e che vuole
massima garanzia sull’acustica dovrebbe chiedere al rogito i risultati
del collaudo acustico del suo immobile che rispetti almeno il DPCM
5/12/97; - Il privato cittadino che avvia delle opere di ristrutturazione
per evitare contenziosi dovrebbe chiedere il collaudo prima e dopo le
opere stesse; - Il musicista professionista, tutte le attività che generano alti
livelli sonori
vicino ad abitazioni silenziose sono tenute per legge a fare una
previsione dell’impatto acustico; - L’impresa, la società immobiliare (ma anche la direzione lavori) che
vuole garantire se stessa ed essere più forte nella vendita dovrebbe chiedere il collaudo acustico prima della fine lavori; - Nel caso delle pratiche ecobonus 110% è importante collaudare la resa
dei nuovi infissi
finale e delle macchine nuove centrali termiche; - L’ente pubblico che chiede una ristrutturazione importante o un nuovo
edificio
è obbligato per legge a chiedere il collaudo formale prima della fine
lavori (vedi anche ultimo DM 23 giugno 2022); - Tutti gli spazi per la musica o per la conferenza necessitano una
verifica strumentale
dei parametri acustici interni; - Tutte le opere di bonifica o mitigazione acustica eseguite su
macchine e impianti dovrebbero avere un collaudo di impatto acustico associato, questo è
molto utile alle attività che hanno un contenzioso con la P.A.