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Appalto integrato: definizione e nuova disciplina aggiornata

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Con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, le regole che disciplinano l’appalto integrato sono state rinnovate totalmente passando da un generale divieto previsto dal precedente Codice, ad una ammissione senza limitazioni, per favorire efficienza e maggiore celerità  nelle procedure.

In questo articolo, esploreremo cosa si intende per appalto integrato e analizzeremo la nuova disciplina introdotta dal Codice degli appalti pubblici del 2023.

Immagine rappresentante un progetto steso su una scrivania con sopra un compasso, una matita e vari righelli.

Per quale motivo è utile l'appalto integrato

L’appalto integrato è una tipologia di contratto di appalto che consente alla stazione appaltante di incaricare un unico soggetto, sia della progettazione esecutiva, sia della realizzazione dell’opera

La disciplina dell’appalto integrato è stata molto incostante nel tempo e ha subito numerose modifiche da quando è stata introdotta: da momenti di apertura al ricorso di questo istituto, alla sua previsione ma con forti limitazioni, dalla sua totale esclusione fino alla sua reintroduzione con il nuovo Codice degli appalti pubblici (D.lgs. n. 36/2023).

Il timore passato delle PA e del legislatore di ricorrere a questo tipo di contratto è dovuto al fatto che si è in passato si è sempre lasciata la fase di progettazione alle PA, in quanto unico soggetto in grado di garantire una maggiore rispondenza dell’opera ai requisiti di qualità, al rispetto dei tempi e dei costi previsti.

La reintroduzione di questo tipo di appalto e della sua generale liberalizzazione in tempi recenti, si deve ai principi e alle logiche a cui si ispira il nuovo Codice: garantire una maggiore efficienza e semplificazione delle procedure.

L’appalto integrato può essere particolarmente utile quando è necessario coordinare in maniera efficiente tutte le fasi di un progetto, dalla progettazione alla costruzione, senza dover ricorrere a più gare d’appalto separate.

L’appalto integrato nel Codice degli Appalti 2023

Come anticipato, la disciplina dell’appalto integrato è stata  totalmente rinnovata dal nuovo Codice degli appalti pubblici del 2023, che ha ribaltato l’impostazione precedente, reintroducendolo con l’intento di liberalizzarlo. La disciplina è ora contenuta nell’art. 44 del D. Lgs. 36/2023, che stabilisce che:

La stazione appaltante o l’ente concedente, se qualificati, può stabilire che il contratto abbia per oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato.

Come si evince dal testo, con l’appalto integrato la stazione appaltante affida sia la progettazione esecutiva sia l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica.

La stazione appaltante o l’ente concedente sono comunque sempre tenute a motivare questa scelta con riferimento alle esigenze tecniche, tenendo sempre conto del rischio di eventuali scostamenti di costo nella fase esecutiva rispetto a quanto contrattualmente previsto.

Il comma seguente espressamente esclude l’utilizzo dell’appalto integrato per le opere di manutenzione ordinaria.

Rispetto a quanto previsto dal vecchio Codice del 2016, gli unici limiti previsti dall’art 44 riguardano dunque l’impossibilità di ricorrere all’appalto integrato:

  • per eseguire opere di manutenzione ordinaria
  • nel caso in cui la stazione appaltante o l’ente concedente non siano qualificati.

Per quanto riguarda gli operatori economici, questi sono tenuti a:

  • possedere i requisiti prescritti per i progettisti
  • avvalersi di progettisti qualificati da indicare nell’offerta
  • o partecipare in raggruppamento con soggetti qualificati per la progettazione.

Direzione lavori e controlli

L’esecuzione dei lavori può iniziare solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo, da parte della stazione appaltante, la quale si fa garante della conclusione del rapporto tra l’impresa e il progettista, con la verifica e validazione del progetto esecutivo. Progettista e direttori dei lavori intervengono dunque in due fasi diverse dell’appalto integrato con competenze e ruoli ben distinti.

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