Il bambù, chiamato anche “acciaio vegetale”, è una pianta della famiglia delle
graminacee, che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione di architetti e
ingegneri perchè è un materiale molto resistente, leggero e flessibile adatto
a realizzare strutture molto resistenti. E’ un materiale che incarna la
tradizione e l’innovazione allo stesso tempo. Scopriamo assieme le
caratteristiche del bambù, e perchè è così resistente.
Il bambù è un ottimo materiale da costruzione (foto di ksa61011 – Fonte: pixabay.com) |
Com’è strutturata la pianta di bambù
La pianta di bambù ha una struttura composta da un colmo con una sezione
circolare cava e da una serie di internodi
separati dai nodi creando una trama
fittissima ma molto resistente a compressione e soprattutto a flessione.
Questa pianta in base alla specie si presenta di vari diametri e altezze ma
nel corso dei millenni ha saputo adattarsi perfettamente all’ambiente e al
clima.
I culmi sono formati da uno strato esterno e da uno più interno (area
fibro-vascolare) che è formata a sua volta da tre componenti:
- fibre di cellulosa (40%)
- fibre vascolari (10%)
- tessuto parenchimatico (50%).
La sua proprietà meccanica principale è proprio la resistenza ed è per questo
che ultimamente viene utilizzata come materiale da costruzione al posto
dell’acciaio o del calcestruzzo armato. Oltre alla struttura dei culmi, la sua
resistenza è dovuta anche alla composizione e distribuzione delle fibre
vascolari che si sviluppano in maniera longitudinale lungo gli internodi.
Come mai il bambù è così resistente?
Come abbiamo visto il bambù è un materiale vegetale che per le sue
caratteristiche e proprietà può essere utilizzato per costruire edifici.
Quando nell’Agosto del 1945 durante la Seconda Guerra Mondiale un B29
americano sganciò su Hiroshima la bomba atomica non rimase praticamente nulla;
l’unica cosa a sopravvivere e rimanere intatta fu proprio un boschetto di
bambù grazie alla durezza del suo strato esterno composto di lignina. Infatti
la sua eccezionale resistenza si deve proprio alla sua particolare
microstruttura interna e dal suo strato protettivo esterno che lo rendono
addirittura più resistente dell’acciaio.
Il bambù è un materiale sostenibile, flessibile e resistente
In certe parti del mondo alcune popolazioni da secoli hanno utilizzato il
bambù come materiale locale per costruire gli edifici. Ma è solo negli ultimi
anni che il bambù ha preso sempre più piede anche nel mondo occidentale
occupando un ruolo sempre più importante nel settore delle costruzioni e dell’architettura contemporanea. Questa
pianta infatti ha delle sorprendenti proprietà meccaniche, è più leggero
dell’acciaio e del cemento, è facile da reperire in natura e si può utilizzare
al posto del legno, è estremamente flessibile e si adatta molto bene per
realizzare edifici con criteri antisismici. Insomma il bambù si presenta come
un materiale antico ma allo stesso tempo moderno e sostenibile che permette di
realizzare edifici resistenti e sicuri con un bassissimo impatto ambientale.
Il bambù in rapporto al suo peso è molto forte e resistente, cresce molto
rapidamente senza l’uso di fertilizzanti, immagazzina moltissima CO2 e può
essere utilizzato sia come materiale strutturale sia come materiale di
finitura o per realizzare arredi.
Aspetti negativi del bambù
Come per tante cose anche per il bambù in realtà ci sono alcuni aspetti
diciamo “negativi” da non sottovalutare e che in qualche modo ne frenano la
sua diffusione in occidente.
Il primo di questi aspetti è proprio la lavorabilità e le tecniche costruttive
utilizzate per realizzare le strutture degli edifici. Il bambù infatti ha
eccellenti proprietà meccaniche se conservato nella sua struttura integrale; a
differenza delle travi di legno le aste di bambù non possono essere tagliate e
e sezionate e bisogna prestare particolare attenzione nei nodi di unione dei
vari elementi. Sia nella progettazione che nella realizzazione effettiva
dell’opera è richiesta la conoscenza e l’utilizzo di particolari tecniche
costruttive diverse da quelle usuali.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che attualmente in Europa e
negli USA non esistono piantagioni commerciali di bambù e la stragrande
maggioranza di questo materiale proviene da paesi come Cina, India, Vietnam
oppure dall’America Latina con costi decisamente alti andando contro a quella
che potrebbe essere una politica eco-sostenibile.
Bambù gigante e l’applicazione in architettura
Come dicevamo sempre più sono gli architetti e ingegneri che costruiscono le
loro opere utilizzando il bambù gigante come materiale da costruzione aprendo di fatto
la strada a nuovi orizzonti e prospettive. L’architetto giapponese più famoso
(e probabilmente anche il primo) a utilizzare proprio il bambù per le sue
opere è Shigeru Ban che ha saputo realizzare tantissime opere molto belle e
interessanti.
Per quanto riguarda le tecniche costruttive da utilizzare con il bambù
nell’architettura contemporanea esistono di fatto due correnti principali:
- corrente colombiana: il principale artefice di questa scuola è Simon
Velez; questa tecnica è basata sullo studio dei vari nodi di giunzione e
unione per fissare i vari elementi con connessioni puntuali, talvolta anche
molto complessi, che mettono in relazione anche diversi materiali; - corrente asiatica: questa tecnica utilizzata da Shigeru Ban e Rocco
Yim invece utilizza il sistema di fissaggio per legatura degli elementi di
bambù, preservando al massimo la sua struttura senza indebolirla
con forature varie.
Progettare con il bambù gigante
Vediamo ora un breve video che descrive le varie caratteristiche di questo
straordinario materiale da costruzione antico e moderno allo stesso tempo, le
sue innumerevoli qualità e le applicazioni in architettura.
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