La bioarchitettura è un insieme di discipline che mira ad ottenere un atteggiamento sostenibile mediante la limitazione dell’impatto ambientale: scopriamone i principi generali e le “fondamenta” storiche.
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Il “bosco verticale” dell’arch. Stefano Boeri a Milano (foto di Danilo – Fonte: flickr.com) |
Cos’è la Bioarchitettura o architettura sostenibile
La bioarchitettura, o semplicemente architettura sostenibile, è un modo di concepire, costruire e realizzare un edificio sprecando la minor quantità di risorse e di energia, sfruttando il più possibile le fonti di energia alternative e rinnovabili. Ad esempio, cerca di non utilizzare gli impianti tecnologici e quando lo fa di usare solo impianti ad altissima efficienza.
Insomma, un’architettura rispettosa dell’ambiente e della salute dell’uomo dove si cerca una sintesi perfetta tra costruito e natura.
La bioarchitettura si pone come obiettivo di realizzare edifici a impatto quasi zero (ci saranno riusciti?) per non sprecare risorse e che inquinino il meno possibile e si autoalimentino da soli o addirittura siano essi stessi generatori di energia, in vista anche delle generazioni future.
Un altro concetto chiave è il riciclo e il riuso delle materie prime e dei materiali usati nel cantiere tenendo conto anche del ciclo produttivo dei materiali stessi e del trasposto preferendo materie prime locali.
Principi generali dell’architettura sostenibile
I fondamenti ai quali si ispira la bioarchitettura si possono identificare nei seguenti principi:
1) Salute del corpo: deve essere garantita attraverso scelte progettuali che permettano di:
- evitare localizzazioni scorrette degli edifici;
- escludere l’impiego di materiali tossici ed inquinanti;
- consentire condizioni ottimali di illuminazione, ventilazione, riscaldamento degli ambienti.
2) Equilibrio e salute dello spirito: presuppone una ricerca sui ritmi vitali dell’uomo (attività fisiche, metabolismo, rapporto sonno-veglia) che deve tradursi nella progettazione di ambienti interni ed esterni che rispettino particolari regole armoniche;
3) Armonia con gli ecosistemi naturali: consiste nel progettare edifici e prevedere materiali e tecniche costruttive che garantiscano la salvaguardia dell’ambiente, inteso sia come paesaggio, sia come tradizioni culturali. Ciò deve avvenira anche attraverso l’eliminazione degli sprechi e nell’uso delle fonti di energia rinnovabile e attraverso il contenimento dello spreco energetico e di ogni forma di inquinamento ambientale.
Uno sguardo al passato
Da sempre, l’uomo si è sempre ben integrato con l’ambiente e la natura costruendo edifici pubblici e privati prestando attenzione al territorio, all’orientamento rispetto al sole, usando tecnologie costruttive semplici ma efficaci e soprattutto utilizzando i materiali locali che offriva il territorio.
Col tempo, però, soprattutto dalla metà del ‘900 con l’
avvento del calcestruzzo armato si è cominciato a costruire in modo smisurato sprecando un sacco di risorse e senza tenere conto del fattore ambientale perché tanto poi c’erano gli impianti tecnologici (climatizzazione e riscaldamento) a sopperire a tutto questo. Senza contare poi che col tempo si è cominciato a “costruire male” producendo edifici che consumano un sacco di energie.
Oggi, con i cambiamenti climatici in atto, non possiamo più permetterci di sprecare troppe energie perché le risorse che offre il pianeta Terra sono esauribili e bisogna darsi da fare in tal senso visto che gli edifici residenziali e pubblici, in termini di produzione di Co2 sono al primo posto rispetto ad automobili e industrie.
A partire dagli anni 70, si sono cominciati a fare i primi studi a riguardo della Bioarchitettura cercando di costruire edifici che tenessero conto del risparmio energetico fino ad arrivare ai giorni nostri con l’architettura sostenibile (fatta di edifici ma anche, come avviene nei paesi del Nord Europa, già da anni si pensano ad interi quartieri o città sostenibili) fatta di materiali, tecnologie e tecniche costruttive moderne.
Frank Lloyd Wright e “l’architettura organica”
Falling water (nota anche col nome di Casa sulla cascata), è sicuramente la più celebrata tra i capolavori dell’architettura moderna, divenuta nel tempo sinonimo di perfetto equilibrio tra architettura e natura.
Wright stesso definì Falligwater un’architettura organica cioè in perfetta simbiosi con la natura circostante e adagiandosi al terreno (l’ambiente artificiale costruito e l’ambiente naturale sono una cosa unica).
Architettura e tecnologia: la Bioarchitettura secondo Renzo Piano
La sostenibilità consiste nel costruire pensando al futuro, non solo tenendo conto della resistenza fisica di un edificio, ma pensando anche alla sua resistenza stilistica, negli usi del futuro e nella resistenza del pianeta stesso e delle sue risorse energetiche. Credo che l’accento sulla sostenibilità, piuttosto che diminuire il potenziale poetico di un edificio, debba aumentarlo attraverso il rinforzo di aspetti come la trasparenza, la luce e la relazione col paesaggio.
Cit. Renzo Piano
Nelle opere e nei lavori di Renzo Piano, il tema della natura e della luce come motore dello spazio è sempre stato al centro delle sue opere e della sua filosofia di concepire l’architettura. Renzo Piano è riuscito e riesce a mettere al servizio la tecnologia e la ricerca di nuovi materiali e l’ingegnerizzazione di nuovi sistemi costruttuvi originali e innovativi sfruttando cioò che la natura e il luogo gli offre per creare materia, pre generare spazio.
Renzo Piano vede nella sostenibilità un’opportunità per l’architettura di esplorare nuovi linguaggi e la possibilità di dialogare con il clima e con il contesto.
Oggi qualsiasi architetto progetta utilizzando i criteri della bioarchitettura e della bioedilizia, realizzando edifici a ridotti consumi energetici e sfruttando le fonti di energia rinnovabili, ma Renzo Piano lo ha sempre fatto e lo faceva perchè fa parte del suo modo di essere architetto e di generare spazi e luoghi in perfetta armania e sintonia tra natura e uomo.
La fragilità del nostro ecossitema e i cambiamenti climatici in atto impongono all’architettura un segnale e una svolta decisiva per dare il proprio contributo per limitare i danni.
L’edificio non è più un elemento che consuma energia, ma oltre a non consumarla diventa esso stesso generatore di energia intaccando il meno possibile l’ambiente, l’aria e il sottosuolo e generando città sempre più verdi e meno cementate.
Dobbiamo avere rispetto della Terra che è una sola e l’architettura può essere la strada maestra per invertire il senso di marcia sfruttando i nuovi materiali e le nuove ricerche nel campo delle costruzioni.