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Coibentazione tetto piano: come intervenire e vantaggi

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I tetti piani sono coperture caratterizzate da una
pendenza molto limitata
necessaria per assicurare l’allontanamento dell’acqua piovana verso i pluviali
e gli scarichi. Questo tipo di copertura richiede forse maggiore attenzione
delle coperture a falda per quanto riguarda la loro composizione e
realizzazione.

coibentazione-tetto piano
(foto di sanremo domains  – Fonte: pixabay.com)

Cosa sono i tetti piani

I tetti piani si differenziano dalle coperture a falde dal fatto che sono
caratterizzati da una pendenza molto contenuta (minore del 5%) con la
funzione di allontanare l’acqua piovana verso i
pluviali
e gli scarichi.

La progettazione dei tetti piani deve essere fatta tenendo conto di
vari parametri che incidono come:

  • condizioni climatiche del luogo in cui è situato l’edificio
  • grado do accessibilità alla copertura
  • entità e natura dei carichi agenti (acqua, neve, etc.)
  • necessità di isolare termicamente l’ambiente interno.

Leggi anche: Tetto: pendenza minima delle falde

Tipologie di tetto piano

A seconda del tipo di fruizione i tetti piani possono essere:

  • tetti piani non praticabili: quando non sono normalmente accessibili
    alle persone se non per operazioni di manutenzione
  • tetti piani praticabili: quando sono accessibili alle persone, perchè
    adeguatamente protetti contro il rischio di cadute e dotati di
    pavimentazione. Essi si distinguono in:

Definizione degli strati funzionali

Un
tetto piano
è un elemento strutturale molto complesso fatto da diversi strati ognuno con
una funzione specifica e ben precisa.

Gli strati principali sono:

  • strato di impermeabilizzazione
  • strato di pendenza
  • strato di separazione
  • strato di isolamento termico
  • barriera al vapore
  • strato portante.

In un tetto piano gli strati più impostanti sono lo
strato di impermeabilizzazione e la barriera al vapore e lo strato di
isolamento termico. Oltre alla coibenza termica, lo strato di isolamento
termico deve assicurare una adeguata resistenza ai carichi di esercizio e ai
pesi propri previsti sulla copertura. Per questo deve essere realizzato con
pannelli termoisolanti di bassa comprimibilità .

L’importanza della barriera al vapore

Il corretto isolamento termico dei tetti piani è ancora più importante
di quello dei tetti a falde e comporta particolari attenzioni per la scelta
delle soluzioni da adottare.

In tutto ciò la barriera al vapore svolge un ruolo fondamentale nella
stratigrafia del tetto piano per preservare l’integrità e le caratteristiche
dell’isolamento termico. La barriera al vapore, se correttamente posata, è in
grado di impedire la formazione della condensa generata dal vapore
all’interno dell’ambiente.

Durante la stagione invernale, il vapore acqueo risale attraverso la soletta
portante e in determinate condizioni può condensarsi all’interno dello strato
isolante. L’acuqa in questo modo non riesce ad evaporare a causa della
presenza della membrana impermeabile sopra lo strato isolante. In questo modo
tende ad accumularsi e a scendere verso il basso .

In estate invece l’acqua presente negli strati si trasforma in vapore che con
il riscaldamento si espande formando delle bolle sulla membrana
impermeabilizzante. La barriera al vapore posizionata prima dello strato
isolante funge da barriera appunto evitando così che il materiale isolante
possa rovinarsi e perdere le sue caratteristiche.

Con quali materiali è fatta la barriera al vapore

La barriera al vapore assume la duplice funzione di impedire la
condensazione del vapore all’interno degli strati della copertura e di
proteggere lo strato isolante dall’umidità contenuta negli strati sottostanti
non ancora sufficientemente asciugati.

I materiali utilizzati per la
barriera al vapore
sono fogli di alluminio, membrane di bitume polimero o altri
tipi di membrane impermeabili.Alcuni pannelli e lastre di materiali isolanti
hanno la barriera al vapore incollata su una faccia del pannello. La barriera
al vapore comunque è necessaria quando si utilizzano materiali isolanti con
forte permeabilità al vapore, mentre al contrario se è impermeabile si può
anche non metterla.

Leggi  anche: 

Coibentazione tetto piano: perchè è importante intervenire

Il tetto piano isolato viene disposto a protezione di locali abitati
dei quali deve garantire, oltre alla tenuta all’acqua, l’isolamento termico
e la creazione di sufficienti condizioni di benessere. La copertura è la
parte più critica dove avviene la maggior parte della dispersione termica.
Per garantire quindi l’isolamento termico all’interno dell’edificio ed
evitare le dispersioni di calore è necessario inserire lo strato di
isolamento termico.

Questo strato può essere posizionato in diversi modi rispetto agli altri
strati del tetto piano, secondo soluzioni che prendono il nome di:

  • tetto freddo
  • tetto caldo
  • tetto rovescio

Tetto freddo

Il tetto freddo è caratterizzato da un’intercapedine disposta tra lo strato
impermeabilizzante superficiale e lo strato di
isolamento termico. Tale intercapedine consente di smaltire il vapore acqueo attraverso
aperture praticate ai lati della copertura e migliora il comportamento del
tetto anche per quanto riguarda l’inerzia termica. 

Tetto caldot

Il tetto caldo presenta lo strato di isolamento termico compreso tra
la barriera al vapore, posata sullo strato di pendenza all’estradosso
della struttura, e lo strato di impermeabilizzazione disposto superiormente.
Si tratta di una soluzione più semplice del tetto freddo ma il lato negativo
è che la membrana impermeabilizzante è esposta all’irraggiamento
solare e all’accumulo di calore.

Tetto rovescio

In questo caso lo strato isolante risulta posizionato sopra lo strato di
impermeabilizzazione. Si ha così una soluzione con moltissimi vantaggi
economici e di praticità di esecuzione. Non serve la barriera al vapore dal
momento che tale funzione viene già svolta dalla
membrana impermeabilizzante. E’ però necessario l’utilizzo di un
materiale isolante a celle chiuse, insensibile all’azione dell’acqua
e del gelo. Ad esso si deve sovrappore uno strato di zavorra, per esempio
ghiaietto oppure una
pavimentazione in sasso lavato
appoggiata su supporti angolari di plastica, sia per proteggerlo
dall’irraggiamento diretto, sia per tenerlo apposto durante le
precipitazioni atmosferiche.

Come intervenire sull’esistente

Tralasciando gli edifici di nuova costruzione il problema sussiste su quelli
datati quando dobbiamo fare interventi di ristrutturazione. Fino a 10-15
anni fa gli edifici non erano isolati oppure se lo erano non era
sufficiente. Oggi è necessario riqualificare gli edifici e una delle prime
cose da fare è appunto intervenire sulla coperura esistente andando a
isolarla termicamente qual’ora non lo fosse.

Prima di intervenire è importante fare un’attenta valutazione dello stato di
fatto, dei materiali presenti e del tipo di copertura. In questo modo sarà
possibile scegliere l’intervento migliore e i materiali più adeguati.
Assieme allo strato isolante come abbiamo visto bisogna sempre verificare lo
stato della membrana impermeabilizzante e se c’è della barriera al vapore. I
modi di intervenire sono diversi in base se abbiamo un tetto a falde oppure
un
tetto piano.

Se abbiamo una copertura esistente a falda i modi di intervenire sono
tre:

Se invece abbiamo un tetto piano esistente possiamo intervenire:

  • isolamento dall’esterno: tetto rovescio oppure tetto caldo
  • isolamento dall’interno: applicando lo strato isolante internamente
    e poi applicare un
    controsoffitto in cartongesso. 

Quali materiali utilizzare per la coibentazione tetto piano?

A seconda del caso specifico si può usare un materiale piuttosto che un
altro. Oggi il mercato offre la possibilità di avere molti materiali
isolanti molti dei quali di origine naturale e quindi ideali anche in
un’ottica sostenibile e ambientale.

Le caratteristiche da valutare sono sostanzialmente la permeabilità al
vapore, la resistenza meccanica. In genere se devono garantire la
calpestabilità si scelgono materiali rigidi come la fibra di legno o il
sughero, se invece non è necessario garantire la calpestibilità si possono usare
materiali fibrosi come
lana di pecora, lana di roccia o fibra di cellulosa.

–> Leggi anche:
Gli isolanti ecologici

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