Impianti a biomassa: cosa sono
Molte persone, quando sentono parlare di impianto a biomassa, pensano al biogas o immaginano qualcosa tratto da un film di fantascienza, senza rendersi conto che potrebbero averne anche loro uno in casa!
Infatti il camino ma anche la stufa a legna o le stufe a pellet sono tutti impianti a biomassa.
Ebbene sì, è proprio così. Un impianto a biomassa è un sistema tecnologico che tramite la combustione controllata converte materiali come legno, trucioli, pellet e altri simili in energia.
Tipologie di impianti a biomassa:
Gli impianti possono essere di tipo industriale o domestico.
Gli impianti industriali a biomassa utilizzano il vapore prodotto per alimentare macchinari e attrezzature oppure per generare elettricità tramite appositi motori.
Negli impianti domestici invece l’energia prodotta dalla combustione, viene utilizzata prevalentemente per il riscaldamento di ambienti e acqua sanitaria. Di questa tipologia fanno parte le stufe, le caldaie a pellet, i caminetti e le stufe a legna.
Guardando esclusivamente il funzionamento abbiamo 2 tipologie di impianti a biomassa:
- Impianti di cogenerazione a biomassa
- Impianti a biomassa solida
Impianti di cogenerazione a biomassa
Gli impianti a biomassa per cogenerazione producono contemporaneamente calore ed energia elettrica. Questo permette all’impianto di essere molto efficiente sfruttando al massimo l’energia della biomassa.
Il calore generato dalla combustione viene utilizzato per produrre vapore ad alta pressione, che aziona una turbina collegata a un generatore per produrre energia elettrica. Il calore residuo invece di essere disperso nell’ambiente, viene recuperato e utilizzato per il riscaldamento di edifici, processi industriali, o per la produzione di acqua calda sanitaria.
I vantaggi dell’impianto di cogenerazione sono:
- Efficienza energetica elevata
- Riduzione delle emissioni
- Utilizzo di risorse locali
Impianti a biomassa legnosa
Chiamati anche impianti a biomassa solida sono tutti gli impianti che utilizzano come fonte primaria di combustibile il legno (pellet, cippato, trucioli, legna da ardere) o suoi derivati.
In questo gruppo ci sono:
- Stufe a pellet
- Stufe a legna
- Caldaie a pellet
- Caldaie a legna
- Caldaie a chips di legno
- Impianti termoelettrici
Gli impianti a biomassa sono ecologici?
Non è facile rispondere a questa domanda.
In linea teorica le biomasse sono considerate ecologiche perchè le emissioni di CO2 prodotte dalla loro combustione vengono compensate dall’assorbimento di CO2 durante la fase di crescita delle piante (prima che diventassero biomassa), rendendo il bilancio complessivo neutro.
Il problema è l’impianto che deve sempre essere mantenuto in perfetto stato di efficienza ma soprattutto deve essere alimentato evitando combustibili di bassa qualità.
Poi, non tutti gli impianti sono uguali, un impianto più datato sicuramente emetterà nell’atmosfera una maggiore quantità di agenti inquinanti. Così come un caminetto o una stufa alimentata a legna inquinerà di più di una stufa alimentata a pellet.
Il problema dell'inquinamento
Durante il decennio scorso si è assistito ad una rapida diffusione di impianti a legna e a pellet nelle abitazioni del nord Italia e questo ha contribuito al considerevole peggioramento della qualità dell’aria.
Basti pensare che in Emilia Romagna il 57% dell’inquinamento di PM10 è prodotto da impianti domestici a biomassa.
Per far fronte a questo problema molte città come per esempio Milano hanno introdotto degli incentivi per la sostituzione dei vecchi impianti e delle limitazioni per l’utilizzo degli impianti a biomassa a basso livello di efficienza nei giorni critici.
Al fine di ridurre al minimo l’inquinamento di questi impianti, le aziende produttrici hanno puntato sull’ottimizzazione degli impianti. Inoltre si stanno studiando soluzioni di teleriscaldamento per le città e grandi caldaie uniche per i condomini, scuole, palestre o spazi pubblici.
Quale impianto conviene scegliere
Se vogliamo un impianto domestico 100% green attualmente la scelta migliore è sicuramente l‘impianto a pompa di calore connesso a dei pannelli fotovoltaici e solari.
Se invece vogliamo spendere meno possiamo optare per degli impianti a biomassa solida come caldaie o stufe a pellet di ultima generazione.
Sconsigliamo invece l’acquisto di impianti domestici di microcogenerazione in quanto per avere una convenienza devono produrre sempre elettricità e calore, un grande problema per le calde estati a cui siamo ultimamente abituati.
Quanto costano gli impianti a biomassa
Premesso che il costo dell’impianto varia in funzione della potenza che è necessaria, esistono delle differenze in ragione delle due tipologie appena viste.
Nel primo caso, gli impianti alimentati a polverino, nocciolo o pellet sono più economici e sono anche di semplice gestione e facile realizzazione. Il costo si aggira attorno ai 50.000 € per impianti di tipo domestico che possono salire di diverse centinaia di migliaia di euro per impianti di tipo industriale. Costi del tutto simili a impianti a metano o alle pompe di calore solo che in questo caso si possono usufruire di incentivi fiscali interessanti.
Inoltre, rispetto agli impianti a metano, si ha nel tempo un costo minore di conduzione dell’impianto stesso. Ipotizzando un inverno medio con una caldaia da 500 kW, si arriva a consumi di metano per oltre 15.000 € annue mentre con un impianto a pellet si spenderebbe una cifra attorno a 11.000 euro all’anno.
Nel secondo caso, invece, gli impianti alimentati a cippato di legna sono più costosi e ingombranti dei primi e richiedono uno spazio adeguato per la loro installazione. Il vantaggio rispetto ai precedenti, però, è che consentono di avere un risparmio economico ancora maggiore. Se riprendiamo l’esempio di prima ipotizzando un inverno medio con una caldaia da 500 kW si arriva a consumi paria a circa 7.000 euro e quindi nettamente inferiori agli 11.000 euro di prima.