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Come si può avere un cantiere eco-sostenibile

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Come si può avere un cantiere ecosostenibile: Le buone pratiche di cantiere a tutela dell’ambiente

Già in fase preliminare e di progettazione bisogna prevedere delle buone pratiche per avere un cantiere ecosostenibile che rispetti l’ambiente ma anche la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Vediamo come si può avere un cantiere ecosostenibile.

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Operaio specializzato al lavoro in cantiere (foto di Life-of-Pix – Fonte: https://pixabay.com)


Un
cantiere eco-sostenibile significa efficienza, qualità dei materiali, basse emissioni, professionalità da parte di tutti e quindi minori probabilità di infortunio sul lavoro o incidenti ambientali. Un cantiere eco-sostenibile che rispecchia i criteri dell’edilizia sostenibile, si attua attraverso azioni semplici come l’ottimizzazione del carico dei mezzi di trasporto,  la predisposizione di vasche per il lavaggio delle betoniere, recinzioni antipolvere ed antirumore, utilizzo di materiali a “km 0”, utilizzo di sostanze prodotti quanto più naturali possibile.


Cosa si intende per cantiere ecosostenibile

Nella realizzazione di un edificio la fase del cantiere rappresenta il momento di maggior impatto ambientale con ricadute su acqua, suolo e aria. Nel cantiere infatti si susseguono attività di movimentazione, stoccaggio, deposito, raccolta e trasporto di materiali e rifiuti di ogni genere, alcuni anche speciali e altamente inquinanti che richiedono determinate procedure di smaltimento. Oggi ormai le tematiche ambientali e i cambiamenti climatici sono sotto l’occhio di tutti e non possiamo più far finta di niente e quindi bisogna cercare di avere un cantiere eco-sostenibile che rispetti il più possibile l’ambiente. 

Le tematiche ambientali principali da affrontare già in fase preliminare, per avere un cantiere eco-sostenibile riguardano rifiuti solidi e liquidi, terre e rocce da scavo, acque di lavaggio, acque reflue e di scarico, stoccaggio di materiali pericolosi, inquinamento dell’aria, inquinamento acustico, emissione di campi elettromagnetici, fibre artificiali e vetrose, utilizzo di prodotti chimici, presenza di amianto nei casi di demolizione di edifici esistenti, etc. E’ importante, soprattutto nei grandi cantieri ma anche in quelli più piccoli, gestire in maniera responsabile e sostenibile l’analisi di questi fattori in progettuale/amministrativo/documentale, per poi gestire e dare indicazioni e linee guida ai responsabili del cantiere che hanno poi il compito di far rispettare queste “buone pratiche”. Un cantiere eco-sostenibile è sensibile alle tematiche ambientali e non lascia nulla al caso. Normalmente nei grandi cantieri vengono predisposti quelli che si chiamano Piani di Controllo ambientale, specifiche tecniche di appalto/fornitura, linee guida di gestione, strumenti da utilizzare in cantiere per la verifica e la registrazione dati, importanti sia per il monitoraggio della qualità del cantiere, sia in sede di dimostrabilità delle “buone pratiche” ad enti di controllo,  sia in tema di certificazioni (EMAS, LEED,ISO 14001, ecc.).

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Cantiere sostenibile (foto di MichaelGaida – Fonte: https://pixabay.com)


Certificazione LEED

La certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental) è un protocollo di valutazione nell’edilizia, riconosciuta a livello mondiale, che impone determinate misure da rispettare riguardanti l’inquinamento dell’attività di cantiere, l’erosione del suolo, la gestione dei rifiuti, la qualità dei materiali, il processo di smaltimento e stoccaggio, la sicurezza in cantiere e la costruzione a “regola d’arte”. La certificazione LEED impone che queste misure siano rispettate ed è prevista anche una verifica da parte dell’ente che rilascia la certificazione. In alcuni casi, nei cantieri più grandi, questa certificazione è obbligatoria, ma sarebbe opportuno che fosse applicata a tutti i cantieri.


Cosa succede nella realtà

Tutte queste prassi per avere un cantiere a norma ed eco-sostenibile ormai per i cantieri di una certa entità sono obbligatorie onde evitare sanzioni pesanti, e di fatto le grandi imprese edili abituate a lavorare su cantieri grandi si muovono in tal senso. Il problema nasce con tutta la miriade di piccoli cantieri gestiti da piccole imprese edili che oltre a non rispettare queste buone pratiche non ne sono nemmeno a conoscenza. Ecco allora che, per mancanza di organizzazione gestionale, cultura e gestione economica spesso queste regole non vengono rispettate inquinando l’ambiente e talvolta precludendo anche la salute di operai e personale del cantiere. 

È importante quindi che queste regole vengano rispettate da tutti grandi e piccoli. Una cosa da fare è quella di stoccare tutti i rifiuti prodotti in aree ben definite e in appositi contenitori (una sorta di raccolta differenziata) che avranno una vasca di contenimento nel caso di rifiuti pericolosi. In un cantiere eco-sostenibile per un corretto approccio i rifiuti prodotti dovrebbero essere identificarli per tipologia e secondo il codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti) e perseguire il recupero e la raccolta differenziata. Per quanto riguarda i materiali utilizzati in cantiere tutti dovrebbero avere la loro certificazione con i marchi di qualità .

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Rifiuti derivanti dalle lavorazioni in cantiere (foto di Life-of-Pix – Fonte: https://pixabay.com)


Cosa fare

Come abbiamo visto precedentemente le “buone pratiche” da adottare per un cantiere eco-sostenibile riguardano:

  • Le emissioni acustiche devono essere mitigate e contenute per esempio con recinzioni di cantiere antirumore;
  • L’inquinamento atmosferico causato dalle polveri o dalle emissioni di CO2 degli automezzi e macchinari, devono essere ridotte attraverso la bagnatura delle superfici ed attraversamenti, il lavaggio delle gomme degli automezzi in uscita dal cantiere, la riduzione dei limiti di velocità evitando (sembra una banalità ma non lo è) di tenere accesi inutilmente i mezzi d’opera, la manutenzione di mezzi ed attrezzature.
  • Le terre e rocce da scavo  devono essere gestite come da relativo piano;
  • Per le acque di scavo, lavaggio e processo il deposito deve avvenire mediante apposite cisterne/contenitori, con relativa caratterizzazione;
  • I prodotti chimici devono essere stoccati in apposite aree dotate di sistemi anti spandimento ed è necessario che siano presenti dei kit di emergenza per eventuali sversamenti;
  • Lo stoccaggio di materiali pericolosi deve avvenire in idonei contenitori muniti di etichettatura ed indicazioni di pericolo, facendo riferimento alle specifiche schede di sicurezza;
  • La presenza di amianto implica lo smaltimento secondo la normativa di riferimento e dalle relative prescrizioni autorizzative.

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