Il ponte di Archimede è una soluzione tecnica e di ingegneria
strutturale che esiste da moltissimi anni ma che non è mai stata concepita
realmente.
Recentemente la Norvegia ha creduto nelle reali possibilità di
questa soluzione innovativa.
Ponte di Archimede (foto di Pexels – Fonte: pixabay.com) |
Cos’è il Ponte di Archimede
Il ponte di Archimede è una soluzione costruttiva del settore
dell’ingegneria delle infrastrutture e dei trasporti che esiste da
oltre un secolo.
Per mancanza di tecnologie appropriate e materiali adeguati
questa soluzione non è mai stata sviluppata completamente, tranne in qualche
soluzione ibrida negli anni recenti.
Fin dalla sua scoperta la
Norvegia è stata il primo paese europeo a credere nel Ponte di Archimede,
cercando di studiare e approfondire le reali capacità di questo tipo di
costruzione.
Oggi le cose sono molto diverse rispetto a un secolo fa, perchè
nel frattempo tecnologia e progresso hanno fatto passi da gigante. Ecco che
recentemente la Norvegia ha dimostrato l’effettiva fattibilità di quest’opera
realizzando E39, una strada che percorre la costa frastagliata del
paese per circa 1100 km.
Esempi di applicazioni del ponte di Archimede
Come abbiamo appena accennato la Norvegia da sempre è stato il paese che più
di tutti ha creduto in questa soluzione realizzando un ponte di Archimede nella strada E39, ma non è certamente l’unica.
Altri esempi di soluzioni ibride per la realizzazione di ponti sono stati
fatti ad esempio per i laghi svizzeri o per il “nostro”
ponte sullo Stretto di Messina.
Nel decennio scorso Stoccolma ha realizzato un ponte sottomarino appoggiato su
pali che ha un comportamento statico simile al ponte di Archimede.
Questi sono
tutti esempi di soluzioni ibride che associano le caratteristiche del ponte di
Archimede con altre soluzioni classiche; in realtà un ponte di Archimede propriamente detto non esiste.
Questo perchè spesso si preferisce
optare per soluzioni alternative più sicure e controllate. Infatti se per
tutti i tipi di ponte esiste una casistica elevata per il ponte di Archimede
no.
Linee Guida per il ponte di Archimede
Alla luce di quanto detto finora la
Federazione Internazionale per il Calcestruzzo strutturale (fib) ha
proposto e interpellato un gruppo internazionale di esperti, di stilare un
documento ufficiale e scrivere di fatto una Linea Guida ufficiale
internazionale per la realizzazione di questa tipologia strutturale.
Nel Novembre del 2020, dopo un anno di lavoro intenso, il team di esperti ha
pubblicato le linee guida per il ponte di archimede e rese disponibili per
tutti gli ingegneri e architetti che vogliono approcciarsi a questa tipologia
costruttiva.
Queste linee guida sono divise sostanzialmente in due parti: la prima parte
più generale che serve di più ai proprietari delle infrastrutture e al
personale non-tecnico, mentre la seconda parte della guida è rivolta
prevalentemente ai tecnici (ingegneri e architetti), ovvero ai progettisti
dell’opera dando indicazioni tecnico-progettuali.
Questa parte oltre a
dare indicazioni sulle varie normative e sullo schema procedurale, danno anche
degli spunti progettuali basati sull’esperienza degli autori.
I vantaggi del ponte di Archimede
La soluzione per la realizzazione del ponte di Archimede è molto
interessante e presenta numerosi vantaggi.
Innanzitutto ha una geometria flessibile che lo rende adatto per la realizzazione di molti
attraversamenti. Un ponte di archimede è costruito con pontoni galleggianti
che lo rendono indipendente dal fondale marino sottostante, prevenendo di
fatto conseguenze dovute a dissesti geotecnici.
Si tratta di un
ponte totalmente immerso nell’acqua riducendo drasticamente l’impatto
visivo e anche quello acustico, rispetto a un ponte tradizionale, ma potrebbe
essere un problema per l’attraversamento delle grandi navi.
Un altro importante vantaggio, legato al fatto che il ponte è immerso
nell’acqua, è che non è soggetto al carico del vento e la profondità di
immersione riduce i carichi che gravano sulla struttura stessa, grazie al
principio di Archimede. La tipologia costruttiva e la modularità degli elementi
che compongono il ponte permettono, almeno in linea teorica, di realizzare
ponti con lunghezze infinite che stimolano la propensione di molti paesi a
realizzare grandi infrastrutture.
Il nuovo ponte di Archimede in Norvegia
La Norvegia si è veramente attivata per sviluppare concretamente questa
soluzione per attraversare i fiordi norvegesi.
Attualmente per attraversare
l’autostrada che collega Trondheim con Kristiansand e prosegue fino a
ricongiungersi con la E45 che arriva fino a Roma, lungo la costa frastagliata
norvegese, servono circa 21 ore e 7 traghetti.
Considerando che è un
importantissimo asse viario per l’esportazione delle merci queste
tempistiche sono decisamente lunghe e l’amministrazione norvegese sta
valutando l’idea di realizzare un ponte di archimede. Purtroppo però nel
frattempo è arrivata la pandemia da Covid 19 e le incertezze economiche
dell’ultimo periodo che ha un pò bloccato i piani e fatto cambiare, almeno per
il momento, idea al paese optando per soluzioni “normali”.
Il materiale principale utilizzato per realizzare il
ponte di Archimede, è certamente il calcestruzzo, protagonista
assoluto.
Oggi ormai in tutto il mondo si ha una padronanza sulle
caratteristiche e sulle capacità di questo materiale antico e moderno allo
stesso tempo, utilizzato anche nelle applicazioni off-shore. Anche in questi
contesti più aggressivi i tempi di vita di questo materiale, sono quasi
raddoppiati mantenendo integre le caratteristiche tecniche.
La ricerca
che sta dietro al calcestruzzo non si ferma mai, e ora è orientata alla
riduzione dell’impatto ambientale di questo materiale, non solo nella
produzione ma cercando anche di minimizzare la manutenzione nel ciclo di vita
della struttura.
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