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Dispersione termica negli edifici: come funziona e come fare per diminuirla

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La dispersione termica è uno dei principali nemici dell’efficienza energetica in casa. Si verifica quando il calore prodotto all’interno di un edificio viene disperso verso l’esterno, causando sprechi di energia e maggiori costi per il riscaldamento o il raffrescamento degli ambienti. Ridurre la dispersione termica non solo permette di risparmiare sulle bollette, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale. In questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è la dispersione termica, come si calcola e quali interventi si possono attuare per diminuirla.

Immagine raffigura una casa vista a infrarossi, evidenziando la dispersione termica con colori tipici come il rosso e l'arancione nelle aree di maggiore perdita di calore, mentre le parti ben isolate appaiono in blu e verde.

Cos'è la dispersione termica e come si calcola

Per “dispersione termica” si intende generalmente la dispersione di calore da un ambiente caldo verso uno più freddo.  Negli edifici questa perdita di calore avviene attraverso le superfici, come pareti, finestre, tetti e pavimenti.  Le proprietà isolanti dei materiali utilizzati per la costruzione degli stessi, giocano quindi un ruolo fondamentale, e aa breve vedremo perchè. La dispersione termica è calcolata utilizzando formule specifiche che tengono conto della conducibilità termica dei materiali e delle superfici coinvolte.

Per calcolare la dispersione termica di una stanza o di un’area di un’abitazione, occorre conoscere in primo luogo:

  • Coefficiente di trasmittanza termica del materiale. Più basso è il valore di U, migliore sarà l’isolamento termico. Per calcolare il coefficiente U, è necessario conoscere la conducibilità termica di ciascun materiale (λ), che rappresenta la capacità di trasmettere calore per metro quadrato, e lo spessore della parete.

La formula semplificata è: U=λdU  dove

λ è la conducibilità termica (W/mK) e

d è lo spessore del materiale (in metri);

  • Superficie della parete o dell’elemento in esame;
  • Differenza di temperatura tra interno ed esterno.

Una volta ottenuti tutti questi valori, la formula base per il calcolo della dispersione termica è: Q=U×A×ΔT 

dove:

Q rappresenta la quantità di calore disperso (espressa in watt),

U è il coefficiente di trasmittanza termica del materiale (espresso in W/m²K),

A è la superficie dell’elemento (espressa in mq);

ΔT è la differenza di temperatura (espressa in gradi celsius).

Come capire se una superficie soffre di dispersione termica

Tendenzialmente se una casa o un edificio sono in grado di mantenersi freschi in estate e caldi in inverno, significa che sono ben isolati termicamente.  Per capire però se una delle stanze o se una parete soffre di dispersione termica, ci sono diversi segnali da tenere d’occhio:

  • Rapido abbassamento della temperatura dopo lo spegnimento del riscaldamento;
  • Pavimenti e muri freddi insieme a tracce di muffa e umidità:
  • Variazioni significative di temperatura tra due stanze;
  • Presenza di spifferi freddi.

Una volta accertata la presenza di uno o più di questi sintomi, e dopo aver calcolato dove avviene la maggiore dispersione termica, è possibile capire dove e come è meglio intervenire.

Come ridurre le dispersioni termiche

Abbiamo visto che la dispersione termica può avvenire attraverso tutte le superfici della casa, e principalmente attraverso le pareti esterne, le finestre, il tetto e i pavimenti. Per massimizzare l’isolamento termico dell’intero edificio è necessario e possibile intervenire su tutti questi fronti. Vediamo in concreto come :

  • Isolamento delle pareti: l’applicazione di un cappotto esterno può ridurre drasticamente la dispersione termica fino al 40% e garantire un risparmio in bolletta annuo pari al 20%. Non per niente questo unico intervento da solo permetto l’innalzamento della classe energetica dell’edificio. Nei casi un cui non sia però possibile costruire un cappotto esterno, una ottima soluzione è data dal cappotto termico interno.
  • Sostituzione dei serramenti: l’installazione di finestre con doppi vetri o a tripla camera d’aria migliora l’isolamento delle superfici vetrate.
  • Isolamento del tetto: posto che il calore tende a salire, se un tetto non è ben isolato, può essere una delle maggiori cause di  dispersione di calore. Nel caso in cui il tetto sia già danneggiato è preferibile intervenire dall’esterno. In tutti gli altri casi è possibile procedere all’isolamento del tetto anche dall’interno, attraverso diverse tipologie di isolanti che dipendono dalle necessità e dalla tipologia di tetto (se abitabile o no).
  • Interventi sui pavimenti: l’installazione di materiali isolanti sotto il pavimento, come il polistirene espanso, può prevenire la dispersione verso il terreno o locali non riscaldati.

Conclusione

La dispersione termica è un fattore cruciale da considerare per migliorare l’efficienza energetica di un edificio. Comprendere come si calcola, quali sono le zone della casa più vulnerabili e come intervenire ti aiuterà a ridurre i costi energetici e a mantenere un ambiente domestico più confortevole. Interventi mirati come l’isolamento delle pareti e la sostituzione dei serramenti possono fare una grande differenza, rendendo la tua abitazione più efficiente dal punto di vista energetico e sostenibile nel lungo termine.

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