Il collaudo di un edificio è l’atto conclusivo di un appalto e di fatto segna la fase finale dell’opera e serve sia al Committente che all’appaltatore per verifiacre se l’opera eseguita risponde agli elaborati e documenti prodotti.
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Fase di collaudo in cantiere (foto di ZeeChow – Fonte: pixabay.com) |
Cos’è il contratto d’appalto e quali sono i riferimenti normativi
Il contratto d’appalto è una tipologia contrattuale in cui una parte (appaltatore) assume l’obbligazione di compiere per l’altra parte (stazione appaltante o committente) un’opera o un servizio contro un corrispettivo in denaro. L’art. 1655 del Codice Civile definisce appalto un “contratto con il quale un aparte assume con organizzazione di mezzi necessari e gestione a proprio rischio il compimento di un’opera o un servizio verso un corrispettivo in denaro”. Può esserci anche la formula del subappalto quando l’appaltatore delega parte del lavoro da eseguire a un’altra impresa per la mole di lavoro, che deve però rispondere a determinati requisiti tecnico ed economici.
Ad Aprile del 2016 è entrato in vigore il nuovo Codice dei contratti pubblici che regola e disciplina la materia degli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni e dei relativi contratti pubblici nonché l’attività di collaudo delle opere pubbliche. Il vigente codice degli appalti riprende il precedente codice di cui agli articoli 120-141 del D.lgs. n.163/2006; il vigente D.lgs n.50 del 18 Aprile 2016 è stato modificato con il D.lgs 56/2017 e ulteriormente aggiornato con la Legge n.55 del 14 Giugno 2019 (conversione in Legge del Decreto “Sblocca cantieri”).
Chi sono i soggetti appaltanti
Il collaudo statico di un’opera costituisce una fase importantissima e fondamentale considerando la molteplicità degli effetti che produce e dei soggetti che coinvolge. Sono tenuti ad applicare le norme sui lavori pubblici (stazioni appaltanti):
- Enti pubblici;
- Concessionari di LLPP;
- Concessionari di pubblici servizi;
- Società che perano in settori speciali (energia, acqua, trasporti, telecomunicazioni);
- Soggetti privati con contributo di amminitrazioni aggiudicatrici >50%;
- Lavori pubblici da realizzarsi da parte di privati, titolari di Permessi di Costruire, che assumono in via diretta l’esecuzione di opere di urbanizzazione a scomputo totale o parziale di oneri.
Quali sono i soggetti ammessi a partecipare alle gare
Le categorie di soggetti ammessi a partecipare alle gare per l’affidamento dei lavori pubblici sono:
- imprese individuali;
- consorzi fra imprese;
- associazioni temporanee di imprese (ATI), con impresa capogruppo (mandataria) e altre imprese (mandanti);
- gruppo europeo di interesse economico (GEIE).
I soggetti partecipanti alle gare devono invece possedere i requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari in rapporto all’entità e alla tipologia di lavori da eseguire. I soggetti esecutori devono avere la certificazione SOA (società che sono organismi di diritto privato di attestazione) secondo il regolamento di qualificazione di cui al DPR 34/2000.
Cos’è il collaudo e a cosa serve
Gli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni si esplicano sostanzialmente in tre fasi operative:
- atto di indizione della procedura di gara culminante con l’atto di aggiudizazione;
- fase negoziale con la stipula del contratto d’appalto (fase esecutiva);
- collaudo finale dell’opera.
Il collaudo statico delle opere è l’atto conclusivo dell’intero processo ed è anche l’atto più importante e fondamentale perchè serve a verificare che l’opera eseguita sia conforme agli elaborati tecnici, progettuali e contrattuali attestando di fatto la piena collaudabilità dell’opera sotto ogni profilo tecnico ed economico. Il collaudo in poche parole serve a certificare e garantire che l’edificio è stato costruito a regola d’arte e che ogni sua componente tecnico-costruttiva ed economica è avvenuta secondo qunato previsto e concordato; il colaludo serve anche per la fine lavori e il certificato di agibilità, cioè il documento che assicura e certifica l’abitabilità dell’edificio per le funzioni umane.
Il collaudo statico degli edifici serve quindi sia al Committente (stazione applatante) per controlalre che l’opera risponda ai documenti ed elaborati tecnici prodotti e che siano stati rispettati tempi e costi, ma serve anche all’impresa esecutrice per tutelarsi e “liberarsi” da ogni responsabilità inerente i lavori eseguiti e nel caso avvalersi contro il progettista e direttore dei lavori nel caso ci siano mancanze, carenze o lacune nella fase progettuale.
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Fase di cantiere (foto di Nikguy – Fonte: pixabay.com) |
Soggetti preposti al collaudo e termini
La figura del collaudatore deve essere una figura professionale in possesso di adeguati titoli ed iscritti all’albo dei collaudatori come da indicazioni del Ministero delle Infrastrutture. Inoltre al soggetto appaltatore (da uno a tre) esegue la fase di collaudo assieme al direttore dei lavori ma deve essere una figura imparziale e deve garantire la massima trasparenza senza situazioni di conflitto o interesse.
Il collaudo statico delle opere pubbliche deve concludersi entro 6 mesi dall’ultimazione dei lavori, salvo casi particolari, da definirsi con decreto del Ministero delle Infrastrutture, in cui il termine può essere esteso ad un anno. Il collaudo effettuato entro i termini ha carattere provvisorio ed assume carattere definitivo ai fini di legge quando sono passati due anni dalla sua emissione, con l’atto formale di approvazione. Durante la fase provvisoria sia il Committente che l’impresa esecutrice possono far valere le proprie ragioni in caso di vizi e/o difformità o ritardi nell’emissione e approvazione del certificato di collaudo.
Effetti del collaudo e responsabilità dei soggetti
Abbiamo visto che il collaudo appena emesso ha carattere provvisorio e diventa definitivo trascorsi due anni dalla sua emissione. Inoltre il collaudo delle opere pubbliche può essere positivo (quando l’opera è collaudabile nella sua interezza) oppure può essere negativo (quando il Collaudatore ha ritenuto che l’opera per esempio è collaudabile solo in parte). In questo secondo caso l’impresa esecutrice deve eliminare tutti i vizi e le difformità evidenziate, a condizione che queste siano state denunciate entro il termine dei due anni. Per difformità si intende una divergenza tra quanto previsto contrattualmente e quanto, invece, realizzato; per vizi invece, si intende la violazione delle regole dell’arte nella realizzazione dell’opera.
La responsabilità del progettista e del Direttore dei lavori
Oltre alla responsabilità dell’impresa esecutrice può esserci anche la responsabilità del progettista dei lavori o del Direttore dei lavori. L’impresa in pratica è corresponsabile con il progettista della realizzazione a regola d’arte dell’opera secondo tempi e costi previsti; se l’impresa durante l’esecuzione dei lavori dovesse trovare lacune progettuali tali da compromettere la corretta esecuzione dell’opera, è tenuta a denunciare al Committente e al Direttore dei lavori tali lacune e rivalersi nei confronti del progettista. Ovviamente il tema delle varie responsabilità è sempre molto acceso e sempre sul filo del rasoio.
La responsabilità del Committente
Anche il Committente non è esente da responsabilità, e queste sono imputabili quando si verifica un ritardo nell’effettuazione del collaudo da parte della stazione appaltante. Il collaudo delle opere pubbliche infatti rientra fra gli obblighi contrattuali a carico del committente. Il collaudo è obbligatorio (costituisce un diritto-dovere per il Committente) e nel caso di ritardo nell’emissione del certificato di collaudo e/o della sua approvazione nei tempi previsti, si attua un inadempimento contrattuale nei confronti dell’impresa e del progettista e come tale è suscettibile di risarcimento danni.
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Fase di controllo in cantiere (foto di borevina – Fonte: pixabay.com) |
Conclusioni
Come abbiamo visto una fase importante e delicata del procedimento di un appalto pubblico è la fase di collaudo dell’opera eseguito da personale qualificato. Il collaudo, proprio per gli effetti che ha e per le responsabilità in gioco fra i diversi soggetti, rappresenta una delle cause frequenti di contenzioso tra le parti che si troveranno a discutere in un’aula di tribunale di fronte a un Giudice. Il contenzioso può verificarsi per carenze esecutive che il Committente ha inteso denunciare nei confronti dell’impresa esecutrice, oppure perchè l’impresa avanza istanza di risarcimento nei confronti della stazione appaltante a conseguenza di ritardi nell’effettuazione del collaudo statico.
Ricordiamo che per opere con un importo inferiore a 500.000 euro il certificato di collaudo può essere sostituito dal certificato di regolare esecuzione redatto dal Direttore dei Lavori dopo aver fatto un sopralluogo congiunto con l’appaltatore per il controllo e verifica degli aspetti tecnici-economico-finanziari sopra descritti.