Indice

Il collaudo degli edifici: perchè è importante e quando va fatto

Indice

Il collaudo di un edificio o di un’opera è l’atto conclusivo di un appalto e di fatto segna la fase finale dell’opera. Serve sia al Committente che all’appaltatore per verificare se l’opera eseguita risponde agli elaborati e documenti prodotti.

cantiere-ingegnere-architetto-direttore lavori-collaudo
Fase di collaudo in cantiere (foto dinke)
 

Cos’è il contratto d’appalto e quali sono i riferimenti normativi

Il contratto d’appalto è una tipologia contrattuale in cui una parte (appaltatore) assume l’obbligazione di compiere per l’altra parte (stazione appaltante o committente) un’opera o un servizio contro un corrispettivo in denaro.

L’art. 1655 del Codice Civile definisce appalto un:

Contratto con il quale una parte assume, con organizzazione di mezzi necessari e gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o un servizio verso un corrispettivo in denaro.

Ad Aprile del 2023 è entrato in vigore il nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) che regola e disciplina la materia degli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni e dei relativi contratti pubblici inclusa l’attività di collaudo delle opere pubbliche. 

L’attività di collaudo è in particolare regolata dall’articolo 116 del d.lgs. 36/2023, che ha preso il posto del precedente articolo 102 del vecchio codice (D.Lgs. 50/2016), confermandone intitolazione e impostazione, seppure con modifiche tanto di natura formale che sostanziale.

L’articolo 116 riproduce in particolare l’impostazione omnicomprensiva volta a regolare, nella stessa norma, tanto i lavori che le forniture ed i servizi, ribadendo un’opzione già fatta propria dal d.lgs. 50/2016.

Chi sono i soggetti appaltanti

Il collaudo statico di un’opera costituisce una fase importantissima e fondamentale considerando la molteplicità degli effetti che produce e dei soggetti che coinvolge. Sono tenuti ad applicare le norme sui lavori pubblici (stazioni appaltanti):

  • Enti pubblici;
  • Concessionari di LLPP;
  • Concessionari di pubblici servizi;
  • Società che operano in settori speciali (energia, acqua, trasporti, telecomunicazioni);
  • Soggetti privati con contributo di amminitrazioni aggiudicatrici >50%;
  • Lavori pubblici da realizzarsi da parte di privati, titolari di Permessi di Costruire, che assumono in via diretta l’esecuzione di opere di urbanizzazione a scomputo totale o parziale di oneri.

Quali sono i soggetti ammessi a partecipare alle gare

Le categorie di soggetti ammessi a partecipare alle gare per l’affidamento dei lavori pubblici sono:

  • imprese individuali;
  • consorzi fra imprese;
  • associazioni temporanee di imprese (ATI), con impresa capogruppo (mandataria) e altre imprese (mandanti);
  • gruppo europeo di interesse economico (GEIE).
 

I soggetti partecipanti alle gare devono invece possedere i requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari in rapporto all’entità e alla tipologia di lavori da eseguire. I soggetti esecutori devono avere la certificazione SOA (società che sono organismi di diritto privato di attestazione) secondo il regolamento di qualificazione di cui al DPR 34/2000.

Cos’è il collaudo e a cosa serve

Gli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni si esplicano sostanzialmente in tre fasi operative:

  1. atto di indizione della procedura di gara culminante con l’atto di aggiudizazione;
  2. fase negoziale con la stipula del contratto d’appalto (fase esecutiva);
  3. collaudo finale dell’opera.

Il collaudo statico delle opere è l’atto conclusivo dell’intero processo ed è anche l’atto più importante e fondamentale perchè serve a verificare che l’opera eseguita sia conforme agli elaborati tecnici, progettuali e contrattuali, attestando di fatto la piena collaudabilità dell’opera sotto ogni profilo tecnico ed economico. Il collaudo in poche parole serve a certificare e garantire che l’edificio è stato costruito a regola d’arte e che ogni sua componente tecnico-costruttiva ed economica è avvenuta secondo quanto previsto e concordato; il collaudo serve anche per la fine lavori e il certificato di agibilità, cioè il documento che assicura e certifica l’abitabilità dell’edificio per le funzioni umane.

Il collaudo statico degli edifici serve quindi sia al Committente (stazione appaltante) per controllare che l’opera risponda ai documenti ed elaborati tecnici prodotti e che siano stati rispettati tempi e costi, ma serve anche all’impresa esecutrice per tutelarsi e “liberarsi” da ogni responsabilità inerente i lavori eseguiti e nel caso avvalersi contro il progettista e direttore dei lavori nel caso ci siano mancanze, carenze o lacune nella fase progettuale.

Soggetti preposti al collaudo e termini

La figura del collaudatore deve essere una figura professionale in possesso di adeguati titoli ed iscritti all’albo dei collaudatori come da indicazioni del Ministero delle Infrastrutture. Inoltre al soggetto appaltatore (da uno a tre) esegue la fase di collaudo assieme al direttore dei lavori ma deve essere una figura imparziale e deve garantire la massima trasparenza senza situazioni di conflitto o interesse.

Il collaudo finale delle opere pubbliche deve concludersi entro 6 mesi dall’ultimazione dei lavori, salvo casi particolari:

  • in caso di opere o prestazioni di limitata complessità, (nuova casistica introdotta dal nuovo codice), per le quali possono essere infatti fissati termini più brevi rispetto ai 6 mesi standard. Questi termini dovranno essere definiti all’atto del conferimento del relativo incarico ai soggetti deputati allo svolgimento delle relative attività.
  • casistica dei lavori e delle prestazioni di particolare complessità, dove la durata delle operazioni di collaudo e verifica di conformità può essere elevato ad un anno. Fattispecie già prevista e ripresa dal vecchio codice.

Effetti del collaudo e responsabilità dei soggetti

Il collaudo effettuato entro i termini previsti, ha carattere provvisorio ed assume carattere definitivo ai fini di legge quando sono passati due anni dalla sua emissione, con l’atto formale di approvazione. Durante la fase provvisoria sia il Committente che l’impresa esecutrice possono far valere le proprie ragioni in caso di vizi e/o difformità o ritardi nell’emissione e approvazione del certificato di collaudo. Inoltre il collaudo delle opere pubbliche può essere positivo (quando l’opera è collaudabile nella sua interezza) oppure può essere negativo (quando il Collaudatore ha ritenuto che l’opera per esempio è collaudabile solo in parte). In questo secondo caso l’impresa esecutrice deve eliminare tutti i vizi e le difformità evidenziate, a condizione che queste siano state denunciate entro il termine dei due anni. Per difformità si intende una divergenza tra quanto previsto contrattualmente e quanto, invece, realizzato; per vizi invece, si intende la violazione delle regole dell’arte nella realizzazione dell’opera.

La responsabilità del progettista e del Direttore dei lavori

Oltre alla responsabilità dell’impresa esecutrice può esserci anche la responsabilità del progettista dei lavori o del Direttore dei lavori. L’impresa in pratica è corresponsabile con il progettista della realizzazione a regola d’arte dell’opera secondo tempi e costi previsti; se l’impresa durante l’esecuzione dei lavori dovesse trovare lacune progettuali tali da compromettere la corretta esecuzione dell’opera, è tenuta a denunciare al Committente e al Direttore dei lavori tali lacune e rivalersi nei confronti del progettista. Ovviamente il tema delle varie responsabilità è sempre molto acceso e sempre sul filo del rasoio.

La responsabilità del Committente

Anche il Committente non è esente da responsabilità, e queste sono imputabili quando si verifica un ritardo nell’effettuazione del collaudo da parte della stazione appaltante. Il collaudo delle opere pubbliche infatti rientra fra gli obblighi contrattuali a carico del committente. Il collaudo è obbligatorio (costituisce un diritto-dovere per il Committente) e nel caso di ritardo nell’emissione del certificato di collaudo e/o della sua approvazione nei tempi previsti, si attua un inadempimento contrattuale nei confronti dell’impresa e del progettista e come tale è suscettibile di risarcimento danni.

Conclusioni

Come abbiamo visto una fase importante e delicata del procedimento di un appalto pubblico è la fase di collaudo dell’opera eseguito da personale qualificato. Il collaudo, proprio per gli effetti che ha e per le responsabilità in gioco fra i diversi soggetti, rappresenta una delle cause frequenti di contenzioso tra le parti che si troveranno a discutere in un’aula di tribunale di fronte a un Giudice. Il contenzioso può verificarsi per carenze esecutive che il Committente ha inteso denunciare nei confronti dell’impresa esecutrice, oppure perchè l’impresa avanza istanza di risarcimento nei confronti della stazione appaltante a conseguenza di ritardi nell’effettuazione del collaudo statico.

Ricordiamo che per opere con un importo inferiore a 500.000 euro il certificato di collaudo può essere sostituito dal certificato di regolare esecuzione redatto dal Direttore dei Lavori dopo aver fatto un sopralluogo congiunto con l’appaltatore per il controllo e verifica degli aspetti tecnici-economico-finanziari sopra descritti.

 
Condividi l'articolo:
WhatsApp
Facebook
Twitter
LinkedIn
0 0 votes
Article Rating
guest
0 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
Articoli Recenti
0
Puoi lasciare un tuo commentox