L’intonaco è lo strato di finitura più antico delle pareti esterne e interne e dei soffitti con la funzione di abbellimento e di protezione degli strati interni. Esso a seconda che sia posizionato all’esterno o all’interno dell’edificio può avere spessori variabili e finiture superficiali differenti. Scopriamo quali sono le varie tipologie di intonaco in base alla funzione che devono assolvere e le varie finiture esistenti.
Finitura scabra a cazzuola (foto di anaterate – Fonte: pixabay.com) |
Cos’è l’intonaco
L’intonaco è lo strato superficiale delle murature e ha la funzione principale di rendere regolari le superfici murarie e di costituire una protezione dagli agenti atmosferici. Quando sull’intonaco non sono previsti ulteriori rivestimenti, esso conferisce alla superficie muraria il suo aspetto definitivo.
Caratteristiche fondamentali che deve avere un buon intonaco sono:
- una buona aderenza e compatibilità con il supporto dove viene applicato;
- impermeabilità, coibenza termica e acustica, resistenza meccanica;
- traspirabilità;
- planarità delle superfici e assenza di difetti superficiali.
La formazione dell’intonaco avviene di norma attraverso la stesura di due strati posti successivamente:
- il rinzaffo (o intonaco grezzo o rustico), applicato a contatto con il supporto, in modo da formare una superficie regolare e rugosa. Esso ha in media uno spessore che va da 1 a 2 cm, in base alla natura e alla regolarità della superficie di supporto;
- lo strato di finitura (o stabilitura o arricciatura) con uno spessore non superiore a 0,5 cm, applicato dopo un sufficiente indurimento del rinzaffo, per formare la superficie finale.
Avvertenze nella stesura dell’intonaco
L’intonaco, a indurimento avvenuto, ricopre la muratura con uno strato minerale più o meno compatto, pesante, impermeabile e resistente, ancorato alla superficie retrostante. Non tutte le superfici sono ugualmente idonee a ricevere l’intonaco e ogni situazione richiede la scelta dell’intonaco più adeguato.
L’intonaco deve avere uno spessore contenuto, ma sufficiente a conferirgli la resistenza necessaria, e deve possedere il giusto grado di porosità, in funzione della traspirazione del muro.
La superficie da intonacare deve essere bagnata abbondantemente per evitare che essa sottragga acqua alla malta formando poi crepe e fessurazioni.
Inoltre è meglio evitare di posare l’intonaco durante la stagione invernale con picchi di gelo o in piena estate con le alte temperature o quantomeno non nelle ore centrali con caldo eccessivo. Se non è possibile farlo occorre proteggere la muratura dal gelo o dal soleggiamento e che la malta sia addittivata con prodotti specifici.
Tipi di finitura e strati di intonaco in base alle necessità
Lo strato di finitura, con uno spessore di massimo 0,5 cm, può essere realizzato con varie tecniche e con malte di diversa composizione impiegando sabbie più fini o addirittura senza sabbia. La finitura maggiormente utilizzata per le opere di edilizia è certamente la stabilitura a civile.
Esistono poi numerose altre composizioni per gli strati dell’intonaco, da scegliere in base alle caratteristiche richieste dalla particolare destinazione. A seconda della finitura superficiale prevista per la parete, si possono avere i casi riportati in tabella qui sotto.
Finiture superficiali per interni
Sulle superfici interne delle pareti sono in genere applicate le finiture di seguito indicate:
Finitura a scagliola: viene realizzata mediante un impasto di scagliola e acqua (senza sabbia),
uniformemente steso mediante un apposito attrezzo (taloccia), con un movimento dal basso verso l’alto, e lisciato con una cazzuola metallica (cazzuola da platrio), fino a ottenere una superficie perfettamente pana e liscia.
Finitura lisciata a frattazzo o a frattazzino (o civile): La malta dello strato di finitura viene applicata mediante cazzuola e lisciata con successive passate di frattazzo o di frattazzino mossi con andamento circolare sulla superficie, mantenuta inumidita. Si determina così una superficie grezza (frattazzo) oppure liscia (frattazzino).
Finitura spazzola dritta, ondulata o a incrocio: Dopo una lisciatura con frattazzo, eseguita come nel caso precedente, viene passata, a distanza di 2 o 3 ore, una spazzola metallica, imprimendole il
movimento che si vuole riprodurre sulla superficie dell’intonaco.
Finiture superficiali per esterni
Sulla superficie esterna dei muri sono comunemente applicate finiture (dette anche intonaci pietrificati) realizzate mediante malte ottenute aggiungendo polvere di marmo all’impasto normale, oppure malte di miscele di cemento bianco, polvere di marmo e pigmenti colorati, oppure malte ottenute con prodotti denominati commercialmente Duranova, Terranova, etc. In tal modo si conferiscono all’intonaco migliori caratteristiche di colore, di
aspetto e di resistenza.
Si distinguono vari tipi di finitura superficiale, dotati di grana variabile da fine a media e grossa, in relazione alle dimensioni ei granuli più grossi della sabbia introdotti nell’impasto.
Le finiture normalmente utilizzate per gli intonaci esterni sono:
Finitura scabra data a cazzuola: Viene realizzata con una malta, applicata con la cazzuola, nella quale sono compresi granuli di sabbia grossa che conferiscono diversi gradi di scabrosità superficiale.
Finitura tipo spruzzato: Viene eseguita mediante un’apparecchiatura (intonacatrice a spruzzo) composta da una serie di lamelle rotanti che spruzzano sul rinzaffo la malta di finitura sotto forma di grumi. Per completare la superficie vengono fatte 2 o 3 passate a intervalli di un’ora, in modo da ottenere un effetto uniforme di grumosità e di indurimento.
Finitura tipo spruzzato e battuto: E’ una variante del tipo spruzzato, ottenuta mediante una battitura con la cazzuola eseguita prima che la malta di finitura data con la spruzzatrice abbia raggiunto un completo indurimento. Si ottiene così una superficie parzialmente spianata. Altre modalità di esecuzione prevedono invece una spianatura con frattazzo.
Finitura tipo laminato: E’ anch’essa una variante del tipo spruzzato sulla cui superficie, dopo un indurimento di alcune ore, si passa più volte e in varie direzioni il filo della cazzuola o una lama d’acciaio, in modo da asportare i granelli più grossi contenuti nella malta, ottenendo una superficie più regolare.
Finitura tipo a rullo: L’introduzione di nuove apparecchiature, come il rullo, ha consentito di realizzare nuove forme di tessitura superficiale, manovrando con tecniche e accorgimenti particolari l’attrezzo e usando malte di adeguata lavorabilità.
Finiture superficiali speciali
Gli intonaci, oltre a consentire finiture superficiali di aspetto assai vario, permettono talvolta di simulare altri materiali. In questo caso possiamo avere tre tipi di intonaci:
STUCCHI MATTI: sono intonaci semilucidi ottenuti con impasti molto plastici. Vengono applicati su un rinzaffo ben bagnato mediante frattazzo di ferro fino ad ottenere una superficie perfettamente liscia e si continua poi con successive bagnature per evitare screpolature.
STUCCHI LUCIDI (o intonaci alla palladio o marmorini): sono intonaci lucidi costituiti da due strati applicati sopra il rinzaffo. Una stabilitura di composizione normale, lisciata molto fine, e uno strato di finitura di calce, cemento bianco e polvere di marmo (bianca o colorata) dosati in parti uguali tra leganti e aggregati.
INTONACI AL PESTO DI MATTONE: sono intonaco molto particolari dove l’impasto viene steso con un frattazzo di ferro fino ad avere una superficie liscia che dopo alcuni giorni viene lisciata ulteriormente con una mola a disco rotante e infine impermeabilizzata con un apposito trattamento.