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Le Corbusier: lo straordinario progetto Unità di Abitazione

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Nell’articolo di oggi volevo scoprire insieme a voi una delle opere che più hanno segnato la storia dell’architettura moderna e che ancora oggi continua a farlo silenziosamente. Parliamo di un progetto che fu affidato a Le Corbusier per creare degli spazi abitativi per gli sfollati dei quartieri distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Si tratta dunque di un progetto anche di carattere umano e che ha aiutato moltissime persone a riprendersi dopo le distruzioni della guerra.

L’opera si trova a Marsiglia in Francia ed è stata costruita tra il 1945 e il 1952.
le corbusier marsiglia unità di abitazione
Foto di yu1ro, Fonte: Pixabay.com

Unità di Abitazione, il progetto di Le Corbusier

L’Unità di Abitazione è stato il primo progetto affidato a Le Corbusier dallo Stato Francese per alloggiare, come dicevo prima, le persone rimaste senza una casa dopo la Seconda Guerra Mondiale.

L’architetto studia il progetto dell’edificio in modo che esso rappresenti una sorta di contenitore che racchiude uno spazio urbano, andando così a trascendere la mera funzione abitativa di un semplice condominio e diventando quindi una sorta di macchina per abitare pensata per un elevato numero di persone.

Conformazione della struttura

Si tratta di un immenso blocco di 18 piani, contenente oltre trecento appartamenti (337 per l’esattezza), ispirato in parte agli ideali socialisti, dotato di servizi comuni come:

  • ASILO
  • PALESTRA
  • STRADA COMMERCIALE INTERNA
  • PISCINA PER BAMBINI SUL TETTO

Pensata inizialmente con una struttura in acciaio, a causa delle elevate difficoltà nel reperire il materiale venne ripensata in cemento armato.

Durante questo processo Le Corbusier abbandonò l’idea delle superfici lisce in favore di una finitura grezza che venne ottenuta esibendo l’impronta delle casseforme in legno utilizzate per gettare il calcestruzzo.

Osservando il basamento si nota l’adozione di grandi pilotis (pilastri o colonne) di forma tronco-conica che vanno a sorreggere l’intera struttura. La loro funzione strutturale va a separare volutamente l’edificio dal suolo eliminando definitivamente la presenza di abitazioni penalizzate dall’oscurità e dall’umidità provenienti dal terreno.

L’arretramento dei pilotis rispetto al filo dei solai va a consentire il libero sviluppo della facciata con l’utilizzo di grandi finestre a nastro lungo le pareti perimetrali che consentono un ottimo livello di illuminazione interna.

Da est a ovest gli edifici sono serviti dalle cosiddette STRADE IN ARIA che erano state studiate dal 1929 e posizionate ogni tre piani. Una di esse è destinata agli spazi commerciali e a un hotel.

Tra le colline e il mare il tetto-giardino dell’Unità va ad ospitare un asilo nido e una palestra.

Unità di Abitazione di Le Corbusier: qualche curiosità

Il cantiere, che era di una grandezza senza precedenti, viene rallentato da una serie di problemi economici durando così 5 anni invece che 12 mesi come previsto.

L’Unità di Abitazione è il primo edificio al quale siano state applicate le misure del Modulor (scala di proporzioni che si basa sulle misure dell’uomo, inventata appunto da Le Corbusier nel 1943).

Essa rappresenta anche un banco di prova per un arredo semplice ed industrializzato che caratterizzerà l’opera rendendola veramente innovativa ed unica in quegli anni.

Secondo Le Corbusier l’Unità di Abitazione avrebbe avuto un senso vero e proprio se fosse stata assemblata in quartiere. Purtroppo il fallimento dei progetti per la città satellite a Marsiglia Sud non gli permetterà di dimostrare la sua tesi.

Egli concepì questi spazi abitativi applicando il nuovo sistema del Modulor, ovvero, come scrive nel suo primissimo libro dedicato all’argomento:

Una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all’architettura e alle cose meccaniche.

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