L’edilizia al contrario di quanto si possa pensare, incide pesantemente
sull’impatto ambientale e sull’ecosistema aggravando il processo che genera
gli squilibri e i cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni lentamente si sta
cercando di cambiare rotta costruendo meno e in maniera etica e sostenibile.
Vediamo quindi come fare per valutare e ridurre l’impatto ambientale
dell’edilizia.
Come ridurre l’impatto ambientale in edilizia (immagine di annacapictures – Fonte: pixabay.com) |
Cosa si intende per impatto ambientale
L’impatto ambientale è l’impatto che l’uomo lascia sull’ambiente dopo
aver svolto una sua attività. La Terra e la natura hanno una capacità di
autorigenerarsi e “disintossicarsi” dall’inquinamento e dallo sfruttamento
delle risorse naturali. I tre settori che incidono maggiormente
sull’ecosistema sono l’industria, gli allevamenti intensivi e
l’edilizia.
L’edilizia infatti è uno dei maggiori responsabili dei
cambiamenti climatici
e del surriscaldamento del clima che tanto affligge l’esistenza dell’essere
umano; in pratica la natura si ribella e ci dice attenzione, state esagerando,
dovete ridurre lo sfruttamento e cercare di fare le cose in maniera più
sostenibile.
Negli anni molto si è fatto verso questa direzione anche
grazie a normative europee che impongono dei limiti di legge da
rispettare.
Ridurre l’impatto ambientale dell’edilizia costruendo in maniera
sostenibile e rispettando di più il territorio è fondamentale e imperativo per
arginare un sistema che ci sta portando alla rovina e alla fine della nostra
esistenza. L’uomo infatti con i suoi comportamenti sbagliati sarà in grado di
auto estinguersi da solo perché nulla può contro le forze della natura che si
ribellano.
Perché bisogna ridurre l’impatto ambientale
Come abbiamo visto il settore dell’edilizia è uno dei maggiori responsabili
dei mutamenti del clima,
consumando molta energia e producendo una grande quantità di emissioni di
CO2. Dal documento
“Strategia per la riqualificazione del parco immobiliare nazionale”
redatto a fine 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico, si evince che il
settore civile in Italia è responsabile di circa il 45% dei consumi finali di
energia e del 17,5% delle missioni dirette di CO2.
Oltre al consumo di energia per costruire le abitazioni e gli edifici e le
emissioni di CO2 occorre considerare anche lo sfruttamento delle risorse e
materie prime come l’acqua assieme alla loro estrazione e lavorazione e
trasporto, ma anche alla produzione di rifiuti, il rumore, polveri e altre
sostanze generate in cantiere. Oggi nelle fasi di gestione del cantiere edile
è necessario valutare attentamente anche questi aspetti.
Come si valuta l’impatto ambientale
Ci sono vari modi per valutare la sostenibilità in edilizia, e uno di questi è
il sistema
LCA – Life Cycle Assessment.
Si tratta di un sistema utilizzato per valutare l’impatto ambientale di un
prodotto (che può essere anche un edificio) e che prende in considerazione
l’intero ciclo di vita dello stesso. Anche se originariamente non nasce
per il settore edile in senso stretto, esso si può applicare benissimo come
ulteriore strumento di progettazione.
In pratica il sistema valuta l’intero ciclo di vita di un singolo prodotto e poi esteso anche all’intero
edificio, valutando tutte le fasi necessarie per la realizzazione dell’edificio.
Quindi dalla “nascita” al suo mantenimento (manutenzione), fino alla sua
“morte” ovvero la dismissione con riutilizzo o demolizione, secondo precise
fasi di lavoro definite anche dalla serie di norme tecniche ISO 14040.
Un altro metodi che si può utilizzare per valutare l’impatto ambientale di un
edificio è la Carbon Footprint (nota anche con il nome di
Impronta ecologica o Impronta climatica), che viene calcolata
sui vari prodotti utilizzati., valutando le varie fasi dalla produzione al
riutilizzo. In pratica questo metodo serve a misurare gli impatti ambientali
associati al prodotto oggetto di analisi, espressi in CO2 equivalente. La
Carbon Footprint è anche oggetto di verifica da parte di Organismi accreditati
da Accredia.
Per i singoli prodotti e materiali utilizzati vi sono delle etichette di
garanzia e qualità, come l’Ecolabel
e l’EPD (Environmental Product Declaration), che indicano quanto
un materiale è sostenibile. Esistono poi dei protocolli standardizzati
e universali misurare il livello di sostenibilità degli edifici, come ad
esempio la
certificazione LEED, ITACA o BREEAM dove per ogni aspetto viene assegnato un punteggio;
l’edificio per passare il test deve ovviamente avere un punteggio superiore o
uguale a una determinata soglia. Negli edifici pubblici e commerciali di nuova
realizzazione questi protocolli sono obbligatori; non lo sono invece per i
piccoli cantieri e le piccole ristrutturazioni.
Come ridurre l’impatto ambientale
Finora abbiamo visto cos’è l’impatto ambientale in edilizia e quali
sono i metodi per valutare quanto un edificio incide e impatta sull’ambiente,
ora vediamo come fare per ridurre questo impatto negativo. In questo caso ci
viene in aiuto la tecnologia che ci consente di studiare e analizzare meglio i
vari processi ma anche di realizzare nuovi materiali ecologici e sostenibili
che hanno le stesse caratteristiche dei materiali tradizionali ma che
consumano meno energia, o provengono da materiali di scarto e che a loro volta
si possono riciclare e riutilizzare.
E’ il caso ad esempio degli
isolanti ecologici che sono realizzati con materiali assolutamente naturali e dal basso impatto,
oppure il
cemento ecologico, e così via. E’ solo grazie alla ricerca e alla tecnologia che oggi possiamo
usufruire di questi materiali che fino a pochi anni fa non esistevano, a
dimostrazione del fatto che il settore delle costruzioni è attento alle
tendenze del mercato e all’impatto ambientale.
Oltre alla tecnologia arriva in aiuto anche un nuovo modo di concepire la
progettazione architettonica attraverso l’utilizzo di
software BIM (Building Information System) che sono dei sistemi informativi che
permettono di migliorare e ottimizzare l’efficienza, pianificando meglio i
vari processi e riducendo gli sprechi.
Attraverso la progettazione BIM è
possibile conservare e condividere informazioni in merito ad ogni prodotto
utilizzato e alle sue caratteristiche, valutare la manutenzione degli
impianti, pianificare interventi di costruzione e di ristrutturazione.
L’impatto delle demolizioni
Per concludere analizziamo anche l’impatto delle
demolizioni e ricostruzioni. Abbiamo visto quali sono i processi da
attuare per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni attraversi i meccanismi
della bioedilizia o architettura sostenibile. Ma quando invece
si tratta di una demolizione? Spesso capita di demolire un edificio per poi
ricostruirlo a nuovo, ma in che modo impatta la demolizione
sull’ambiente?
Oltre alla progettazione bioclimatica ed efficienza energetica è opportuno
parlare anche di
sostenibilità in cantiere e in fase di demolizione. E’ necessaria un’accurata pianificazione delle
varie attività di cantiere al fine di ridurre al minimo la produzione di
rifiuti, il consumo di acqua, la produzione di polveri e le emissioni di
rumore. Durante un cantiere e la fase di demolizione si produce una quantità
enorme di rifiuti appunto che vanno in parte riciclati e riutilizzati e in
parte portati in discarica.
Anche se la tendenza porta alla ristrutturazione edilizia, bisogna porre
attenzione, già in fase di progettazione, di una possibile demolizione facendo
in modo che possa essere eseguita in modo da produrre la minor quantità
possibile di scarti, ricorrendo ad esempio alla
demolizione selettiva
che consiste nel separare i materiali in cantiere e incentivare il riciclo e
il riuso.