Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta una delle più ambiziose opere ingegneristiche proposte in Italia, con l’obiettivo di connettere la Sicilia al continente. Questa infrastruttura, al centro di dibattiti sia tecnici sia politici da più di 50 anni, promette di rivoluzionare i trasporti e l’economia delle regioni coinvolte ma a quali costi? Attraverso una disamina dettagliata, esploreremo lo stato attuale dei lavori, le caratteristiche del ponte e le sfide progettuali, i potenziali benefici e l’impatto ambientale sul territorio.
Ponte sullo stretto di Messina: ultimi aggiornamenti
Con la pubblicazione degli avvisi nella giornata di oggi, 3 aprile, si è dato il via alle procedure di espropriazione dei terreni per la realizzazione dell’opera. Il progetto era passato dalla fase “definitiva” a quella “esecutiva” già lo scorso 16 febbraio, quando il CdA della Stretto di Messina Spa, (in liquidazione per un decennio ma ricostituita a seguito del decreto del 16 marzo 2023 approvato dal Consiglio dei Ministri del governo Meloni), aveva approvato il progetto definitivo del Ponte. L’approvazione era arrivata dopo che il consorzio Eurolink, gruppo di imprese che si aggiudicò la gara d’appalto nel 2005 e a cui è stato rinnovato l’affidamento, ha aggiornato il progetto originariamente presentato nel 2011.
Nella nuova versione sono stati aggiornati materiali e costi per la costruzione per un ammontare totale di 13,5 miliardi di euro, a cui andrà aggiunto un altro miliardo di euro per le cosiddette opere accessorie necessarie per il collegamento a terra. Oltre al ponte, infatti, saranno costruiti 40 km tra raccordi stradali e ferroviari e una nuova linea metropolitana a Messina.
Nonostante il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini abbia confermato “l’intenzione di aprire i cantieri entro il 2024», l’effettivo inizio dei lavori è ancora molto lontano. Vediamo insieme i prossimi passaggi necessari prima di poter procedere con la costruzione.
Prossimi step del progetto
Il processo di approvazione dell’opera prevede ancora due passaggi, prima che la Stretto di Messina Spa possa ricevere i fondi per la realizzazione del ponte:
- la conferenza dei servizi tra tutti gli enti statali e territoriali coinvolti per la raccolta di eventuali richieste e osservazioni, già indetta per il prossimo 16 aprile;
- la valutazione strategica e di impatto ambientale ad opera della commissione Via-Vas istituita presso il ministero dell’Ambiente.
Entrambe le commissioni avranno tempo 90 giorni per esprimersi, dopodiché toccherà al Cipess, l’organo deputato all’approvazione dei progetti per le infrastrutture italiane, dare l’approvazione finale, dopo aver analizzato quanto emerso sia dalla conferenza dei servizi, sia dalla valutazione di impatto ambientale sia dal piano economico finanziario.
Dettagli tecnici del ponte sospeso
Dal punto di vista ingegneristico, il ponte sullo Stretto di Messina sarà un ponte sospeso, ossia senza supporti intermedi sotto l’impalcato. La struttura si baserà su due torri principali, situate una in Calabria e l’altra in Sicilia, che fungeranno da punti di ancoraggio per il sistema di cavi destinati a sostenere il peso dell’intera costruzione. Le torri avranno un’altezza di 399 metri ciascuna, mentre il ponte sarà largo 61 metri e lungo ben 3666 metri, posizionandosi come il ponte sospeso con la campata più lunga al mondo, superando il Ponte dello stretto di Akashi (campata di 1991 metri) e togliendo il primato al Ponte dei Dardanelli (2023 metri). L’impalcato accoglierà due carreggiate stradali che avranno 3 corsie per direzione (due di marcia e una di emergenza) oltre a una sede ferroviaria a doppio binario.
La struttura inoltre è stata studiata per fronteggiare sia la sfida delle oscillazioni dovute ai forti venti sia ai sismi, grazie a tecnologie ingegneristiche avanzate. L’opera infatti avrà i requisiti di integrità strutturale più elevati al mondo, compatibili con un sisma di magnitudo 7,5 della scala Richter, oltre che una tipologia di impalcato aerodinamicamente stabile (chiamata Messina Type Deck), capace di resistere fino a venti di 300 km/h. Il Ponte sullo Stretto è stato configurato come un’opera immediatamente cantierabile e sarà realizzato in soli 6 anni.
Vantaggi e criticità: la questione dell'impatto ambientale
Attraversare lo stretto di Messina con il ponte permetterà un significativo risparmio di tempo per viaggiatori e merci. Si stima che il tempo di traversata possa ridursi a 10 minuti per il passaggio in auto (contro gli attuali 70) e a 15 minuti per i treni (contro i 45/60 minuti di oggi). Eurolink prevede inoltre che il ponte creerà oltre 10mila nuovi occupati già nel primo anno di cantiere, incrementerà il turismo e migliorerà il collegamento infrastrutturale delle due regioni coinvolte.
L’effettiva utilità del ponte è tuttavia messa in discussione se si considera che i fondi esorbitanti destinati alla costruzione di una sola opera, potrebbero essere impiegati piuttosto per lo sviluppo sistematico e a 360 gradi della viabilità interna delle due regioni, afflitte da sempre da carenze strutturali del trasporto pubblico. Sicilia e Calabria soffrono oltre che dall’assenza di elettrificazione della rete ferroviaria per centinaia di km, anche di fenomeni di spopolamento delle aree interne, per l’assenza di collegamenti sicuri e garantiti. Collegare Reggio Calabria e Messina e lasciare il resto del trasporto pubblico allo stato attuale, vanificherebbe infatti qualsiasi risparmio di tempo apportato dal ponte.
Ulteriori dubbi nascono se si considera l’impatto ambientale che avrà la costruzione del ponte. Le preoccupazioni portate avanti anche dalle associazioni ambientaliste, riguardano vari aspetti, tra cui il rumore e il rischio di sversamenti che potrebbero mettere seriamente a rischio la fauna locale e la biodiversità del territorio. L’area interessata dal ponte è infatti estremamente delicata dal punto di vista naturalistico, essendo presenti nelle strette vicinanze 2 Zone di Protezione Speciale e ben 11 Zone Speciali di Conservazione.
Conclusione
Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta un’opera di grande impatto e ambizione, che intende rivoluzionare i collegamenti tra Sicilia e continente. Sebbene prometta notevoli vantaggi in termini di tempo di traversata e sviluppo economico, il progetto solleva interrogativi cruciali riguardanti la sua reale necessità, l’uso ottimale dei fondi e, soprattutto, l’impatto ambientale su un’area ecologicamente sensibile. La sfida non è solo ingegneristica ma anche ecologica e sociale, con la necessità di bilanciare progresso e conservazione. In un contesto in cui l’attenzione verso l’ambiente diventa sempre più prioritaria, il futuro del ponte dipenderà dalla capacità di coniugare innovazione edilizia con la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale delle regioni coinvolte.
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