Il notevole complesso architettonico del centro culturale Jean-Marie Tjibaou si armonizza in modo artistico con il paesaggio ricoperto di pini della Nouvelle-Calédonie (Nuova Caledonia), un’isola del Sud- Pacifico. Realizzato dal famoso architetto italiano Renzo Piano, l’architettura del centro culturale Tjibaou lascia davvero senza fiato ed è unica nel suo genere in tutto il Sud- Pacifico.
Veduta del Centro Culturale in Nuova Caledonia ad opera di Renzo Piano (foto di Stephen (Steve) Brown – Fonte:flickr.com) |
Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou: un ponte tra tradizione e modernità
L’architettura di questo nuovo centro è stata intesa come espressione delle origini culturali della popolazione melanesiana nativa della Nuova Caledonia, i Kanak. É stata anche pensata come un mezzo per supportare la loro ricerca di un’identità propria.
Situati in un’area di incredibile bellezza naturale, su una penisola più o meno a 10 km da Nouméa, la capitale, gli edifici formano un complesso architettonico lineare, che segue un percorso leggermente incurvato, lungo 230 m. Da un lato, la striscia di edifici fronteggia il vento e il mare impetuoso; dall’altro lato, le acque tranquille di una laguna.
Cenni storici
Il Centro culturale di Noumèa, in Nuova Caledonia, è stato finanziato dal governo francese per celebrare la memoria del leader indipendentista della comunità kanak, Jean-Marie Tjibaou, morto in seguito a un attentato nel 1989. L’anno successivo Francois Mitterand decise di riconoscere il movimento nazionale che chiedeva l’autonomia statale e amministrativa, celebrandola con la nuova realizzazione, inaugurata da Jacques Chirac nel 1998 e progettata da Renzo Piano.
Le caratteritiche “capanne” curve in legno iroko (foto di Rebecca Trynes – Fonte: flickr.com) |
Composizione della struttura architettonica
Il complesso architettonico è formato da dieci “capanne” di diversa dimensione, rivolte verso la baita di Noumèa e collegate da un percorso pedonale che si snoda tra i giardini, lungo l’asse attraverso i servizi. L’interpretazione dei procedimenti costruttivi locali e l’attenta analisi delle abitudini e dei costumi delle popolazioni locali indigene hanno garantito un esito progettuale che rispecchia la tradizione del luogo, sia in termini simbolico-formali, che nell’uso dei materiali, senza invasivi impieghi delle tecnologie occidentali.
- prima area: l’area espositiva che ospita la collezione permanente sulla cultura e la storia della comunità kanak, con opere di artisti caledoniani, papuasi e maori;
- seconda area: questa zona è riservata agli uffici, alla biblioteca e all’auditorium;
- terza area: quest’ultima parte è destinata alle attività promosse dal centro, con corsi di musica, danza, pittura, scultura e una scuola d’infanzia.