Villa girasole, o casa girasole (Rotating House) si trova a
Verona ed è una casa progettata nel 1935 dall’ingegnere Angelo Invernizzi e
dall’architetto Ettore Fagiuoli. Villa girasole, è un edificio razionalista e
rappresenta di fatto il primo esempio di architettura sostenibile; la
casa infatti era in grado di ruotare e inseguire il sole come i girasoli
appunto.
Villa girasole (foto di ulleo – Fonte: pixabay.com) |
Cos è la villa girasole
Villa girasole è un’abitazione futuristica in grado di ruotare su se stessa.
Fu realizzata e progettata dall’ingegnere Angelo Invernizzi e
dall’architetto Ettore Fagiuoli con l’intento di realizzare un edificio
che fosse in grado di inseguire il sole nella sua rotazione da Est a Ovest, in
modo da sfruttare le proprietà benefiche del sole il più a lungo possibile.
Siamo a metà degli anni ’30 e questa casa rappresenta un capolavoro del
razionalismo italiano e un simbolo del futurismo e della supremazia
della ragione umana sui limiti fisici e naturali. Di per se l’idea dei
progettisti di una casa che ruota inseguendo il sole come fanno i girasoli,
seppur semplice di per se è geniale e rimanda ai principi della sostenibilità
che verranno qualche anno più tardi.
La villa girasole può definirsi un vero e proprio prototipo di una casa
a risparmio energetico attenta all’orientamento. L’idea molto probabilmente è
arrivata osservando un solarium rotante per curare con la luce del sole i
pazienti in cura, costruito in Francia cinque anni prima dal Dott. Jean
Saidman.
Com’è fatta la villa girasole
La villa si trova nelle colline veronesi ed è formata da un corpo principale a
pianta circolare in parte inserito nel terreno dove poggia e superiormente è
presente un corpo a “V” con due piani fuori terra che ruota attorno a un asse
centrale. Il perno di rotazione è un corpo scala con vano ascensore che arriva
a una torretta e richiama i fari presenti nei porti in mare, un richiamo a
Genova dove l’ing. Invernizzi viveva e lavorava.
L’edificio ruota per mezzo di rulli e di rotaie circolari appoggiate su di una
ralla in acciaio, sistema ideato osservando le rotaie dei treni. Attraverso un
meccanismo azionato manualmente attraverso una pulsantiera, l’edifico
cominciava a ruotare seguendo il sole: con un movimento di 4 mm al secondo,
l’edificio faceva una rotazione di 360° in un tempo di 9 ore e 20
minuti.
Materiali utilizzati per realizzare villa girasole
Alla realizzazione di questa opera avveniristica per l’epoca collaborò anche
l’ingegnere Romolo Carapacchi che curò la parte meccanica della casa. La villa
girasole era all’avanguardia anche per quanto riguarda i materiali utilizzati.
Per la struttura portante fu utilizzato il calcestruzzo armato, rivestita con
pareti in laterizio e con degli innovativi pannelli in Eraclit che
permettevano di avere un buon isolamento termico e leggerezza.
Per quanto riguarda il corpo rotante a “V” invece è rivestita in
lastre di Alluman, lastre in lega di alluminio leggere, che danno un
aspetto lucente alla casa simile a quella di un sottomarino, in modo da
riflettere la luce e non surriscaldarsi troppo. Anche le tapparelle, di colore
blu, erano azionate elettricamente premendo un pulsante posto su ogni stanza
della casa.
Di fatto la villa girasole, era la casa di villeggiatura e vacanze della
famiglia Invernizzi e fra le varie cose c’erano anche un campo da tennis
pensile, una piscina a forma triangolare, un solarium e uno specchio d’acqua
oltre a 11 ettari di giardino con numerosi alberi e arbusti. Inoltre nella
villa erano presenti molte opere d’arte e anche l’arredamento e ogni minimo
dettaglio era unico con uno stile che andava dall’Art Decò al Liberty.
“Il girasole: A house near Verona”
Di seguito vi presentiamo il trailer del documentario che la figlia
dell’ingegnere Invernizzi ha realizzato nel 1995 dove racconta come si
svolgeva la vita nell’abitazione di famiglia. Si vedono benissimo i movimenti
impercettibili e gli ingranaggi che permettevano a questa fantastica
abitazione di ruotare su se stessa. La casa per vacanze futurista vila
girasole, rimane ancora oggi affascinante per la sua semplicità e genialità e
per aver anticipato un modo di concepire l’architettura e gli spazi tenendo
conto del rapporto tra uomo e natura.
La storia continua
All’inizio degli anni 2000 la villa cominciò ad avere dei problemi e danni
dovuti principalmente all’erosione e alle infiltrazioni d’acqua e un pò all’incuria e al passare
del tempo. Anche il terreno di fondazione ebbe un piccolo cedimento che di
fatto deformò le rotaie compromettendo il delicato meccanismo di rotazione che
permetteva alla villa di ruotare. Vennero eseguiti dei lavori di restauro ma
le spese per proseguire i lavori erano altissime e quindi i lavori si
fermarono; da quel momento la ville smise di ruotare.
Nel 2014 la figlia Lidia Invernizzi morì all’età di 96 anni e nel 2015 la
villa fu ereditata da Lina Invernizzi e presa in custodia dalla Fondazione
Cariverona. Tale fondazione avviò un progetto di restauro dove fu chiamato
l’architetto Mario Botta.