Le acque meteoriche è l’acqua che proviene dalla pioggia che cade al
suolo e sulla copertura dell’edificio. Queste acque devono essere raccolte
attraverso i pluviali e le linee di gronda e convogliate. Vediamo meglio cosa
sono, come vengono convogliate e chi autorizza lo scarico.
Raccolta acque meteoriche (foto di sueha – Fonte: pixabay.com) |
Cosa sono le acque meteoriche
Per acque meteoriche si intende l’acqua proveniente dalle
precipitazioni atmosferiche (pioggia o neve) che non viene assorbita dal
terreno e non evapora ma dilava le superfici scolanti. La raccolta e lo
smaltimento delle acque piovane sono affidati ai canali di gronda,
posati in opera con pendenza sufficiente a trasferire l’acqua verso i tubi di
discesa, detti pluviali. I canali di gronda possono essere realizzati
con varie soluzioni, tra le quali:
- canali di gronda in lamiera zincata, rame, acciaio inox;
- canali di gronda in PVC;
- canali di gronda formati da cornicione in pietra o calcestruzzo.
Essi possono avere varie sezioni e profili e possono essere installati
all’esterno della facciata, essere parte integrante dell’involucro edilizio
oppure essere alloggiati in vani predisposti all’interno delle pareti
perimetrali.
Nelle coperture piane, come nei piazzali, la funzione del corretto
smaltimento delle acque meteoriche è affidato allo strato di pendenza
realizzato con il massetto delle pendenze. Tale pendenza può variare a
seconda dei casi dallo 0,5% (5 mm/m) fino al 5% (50 mm/m).
A chi spetta il convogliamento delle acque meteoriche
La messa a punto di sistemi efficienti per lo smaltimento delle acque di
rifiuto, sia all’interno dell’edificio sia lungo gli spazi urbani, ha
costituito una tappa molto significativa della tecnica edilizia. A seconda
della loro provenienza, le acque di rifiuto domestiche possono essere
classificate:
- acque nere, quelle provenienti dai servizi igienici o dagli scarichi
domestici; - acque bianche, le acque piovane cadute sulle superfici impermeabili
(coperture, terrazze, cortili, piazzali, etc.).
Il loro smaltimento avviene mediante tubazioni, corredate da vari elementi
accessori (come pozzetti, collettori, etc,) che costituiscono l’impianto di
scarico, che consente di prelevare le acque reflue nel luogo in cui
vengono prodotte per trasferirle al sistema fognario urbano, che potrà
essere costituito da fognature miste o separate, a seconda che le acque
bianche siano convogliate nelle stesse condutture delle nere o in condutture
distinte.
Nelle località non fornite di rete fognaria pubblica l’impianto di scarico confluisce in serbatoi di raccolta e successivo smaltimento, che potranno
essere, a seconda dei casi, pozzi neri, fosse settiche, o per le acque piovane
pozzi perdenti.
Impianto di scarico delle acque piovane
Per impianto di scarico delle acque piovane di un edificio si intende
il complesso di tubazioni che raccoglie le acque piovane del tetto e le
convoglia fino alla fognatura esterna all’edificio. Questo impianto è
costituito di canali di gronda, colonne di scarico o pluviali e collettori.
I canali di gronda sono di solito realizzati in acciaio inox,
lamiera zincata, rame o materiale plastico o ancora in pietra o
calcestruzzo a seconda dell’architettura dell’edificio e se siano interni alla
muratura oppure esterni. Il collegamento tra il canale di gronda e il pluviale
avviene attraverso un raccordo tronco conico mentre il collegamento tra
pluviale e collettore avviene tramite un pozzetto di ispezione. I
collettori sono il tratto terminale degli impianti di scarico
attraverso i quali le acque vengono immesse nelle reti urbane o avviate agli
impianti di trattamento e smaltimento.
Gestione delle acque meteoriche
Oggi, a differenza di quanto poteva accadere una volta, è assolutamente
indispensabile (oltre che obbligatoria per legge) una
gestione sostenibile delle acque meteoriche cercando di contenere i
deflussi attraverso la realizzazione di pavimentazioni permeabili o
semi-permeabili come le
betonelle drenanti per le aree scoperte come cortili, piazzali, camminamenti, etc. o di tetti
verdi per gli edifici che hanno il tetto piano.
Ma non basta, oltre a una gestione sostenibile occorre anche avere come
obiettivo il recupero e il riutilizzo dell’acqua piovana per preservare
quella potabile che è un bene sempre più prezioso (oltre che vitale). In tempi
di crisi climatica ed energetica la quantità di acqua non è più
regolare e si passa da periodi di abbondanza in poco tempo a lunghi periodi di
siccità.
A tal proposito le acque meteoriche ad esempio possono essere raccolte
con dei serbatoi ed essere utilizzate per annaffiare il giardino o l’orto, per
gli sciacquoni dei servizi igienici, per la lavatrice, per la pulizia della
casa o come acqua di raffreddamento. Per tutti questi utilizzi è un delitto
utilizzare l’acqua potabile come si è sempre fatto.
Inoltre bisogna assolutamente evitare di cementificare superficie ma è bene
privilegiare la superficie permeabile, che lascia permeare l’acqua al
sottosuolo ed evita il dilavamento. Esistono poi anche impianti appositi per
l’infiltrazione delle acque meteoriche che possono essere superficiali
o sotterranei.
Chi autorizza lo scarico delle acque meteoriche?
Per ottenere l’autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche di
dilavamento, di prima pioggia e di dilavamento delle aree esterne in corpo
ricettore che sarebbe il suolo il tecnico incaricato dal committente deve
presentare apposita domanda all’ufficio competente (Ufficio Ambiente) e una
volta ottenuto il parere favorevole dovrà allegarlo alla documentazione
per presentare la pratica edilizia nel comune interessato dal progetto.
E’ bene sapere che l’autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche è
valida per quattro anni dal suo rilascio e un anno prima della scadenza va
chiesto il rinnovo:
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