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Capriata: elementi costitutivi e tipologie

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La capriata è la più elementare delle strutture reticolari dalla forma triangolare, tradizionalmente realizzata in legno ma anche in acciaio o in calcestruzzo armato, di comune impiego nella realizzazione delle copertura a falde inclinate di piccole e medie dimensioni.

Scopriamo assieme gli elementi costitutivi e le varie tipologie di capriata.

capriata
Capriata in legno (foto di Alexas_Fotos – Fonte: https://pixabay.com)

Cos’è la capriata e quali sono gli elementi costitutivi

La capriata è un elemento architettonico molto importante.

Si tratta di una struttura molto particolare che viene costruita per il sostegno delle falde dei tetti. Si caratterizza per essere semplicemente appoggiata alle estremità sui muri perimetrali dell’edificio.

Può essere considerata come la forma più semplice di struttura reticolare in cui la catena ha la funzione di contrastare la spinta esercitata verso l’esterno dai puntoni, mentre il monaco costituisce il vincolo a cerniera posto alla loro sommità.

Viene di solito utilizzata per luci che vanno dai 5 ai 7 metri.

La capriata è formata dai seguenti elementi:

  1. puntoni: gli elementi inclinati del triangolo strutturale;
  2. catena: rappresenta l’ipotenusa del triangolo strutturale e ha la funzione di annullare, tirando verso l’interno i punti di appoggio dei puntoni, le forze divaricanti che agiscono su tali punti; è l’elemento più lungo della struttura,
  3. monaco: questo elemento ha appunto la funzione di annullare l’imbarcamento che subisce la catena e di irrigidire la struttura.
  4. saette o saettoni: questi due elementi con inclinazione opposta ai puntoni, scaricano il peso sul monaco impedendo di fatto la flessione dei puntoni evitando di aumentare la loro sezione.
Scopriamone ora le diverse tipologie.

Tipologie di capriata

Il legno da sempre é stato l’unico materiale da costruzione dotato di un’ottima resistenza a trazione disponibile a buon mercato, utilizzato su larga scala anche per le strutture portanti delle coperture, e in particolare proprio per la creazione delle capriate.

Dal XIX secolo sul mercato si sono diffusi altri materiali come ghisa, acciaio e cemento armato che hanno permesso di realizzare luci più grandi utilizzando sempre lo schema della capriata fino a realizzare delle vere e proprie travi reticolari piane o spaziali.

Per coprire luci maggiori di quelle consentite dalla capriata semplice e per realizzare falde di maggiore pendenza, si ricorre ad altri tipi di capriate tradizionalmente utilizzate, quali:

  • zoppa: per luci inferiori a 4 metri;
  • di tipo palladiano: è la classica capriata in legno, utilizzate sia nelle chiese che negli edifici residenziali di un certo pregio sono formate dai due puntoni, dalla catena, dal monaco e dai saettoni per luci dai 8 ai 15 metri;
  • composta: usata per la copertura di chiese ed edifici pubblici utilizzata è caratterizzata per l’assenza dei saettoni e per la presenza di due catene sovrapposte (la più corta delle quali chiamata generalmente controcatena) e tre monaci, posti rispettivamente in corrispondenza del colmo della copertura e dell’intersezione tra la controcatena e i due puntoni. Questa capriata permette di coprire luci che vanno dai 12 ai 15 metri;
  • capriata composta alla palladiana: uguale a quella composta solo che ha l’aggiunta dei saettoni alla base dei tre monaci, per luci minori o uguali a 30 metri;

Tali capriate sono dotate di elementi, detti saetti o saettoni, disposti obliquamente tra la base del monaco e i puntoni, oppure di controcatena, nel caso delle capriate composte.

Infine esistono anche le capriate miste ovvero quelle capriate che sono formate da due materiali come legno e acciaio.

 

Capriate di acciaio e di calcestruzzo armato precompresso

Alcuni tipi di strutture portanti comunemente impiegati nelle coperture degli edifici industriali sono le capriate di profili di acciaio e le travi prefabbricate di calcestruzzo armato precompresso.

Le capriate di profilati di acciaio possono avere forme diverse a seconda della conformazione delle falde, delle luci da coprire, della eventuale presenza di carichi sospesi ai nodi della briglia inferiore e del sistema di illuminazione naturale del fabbricato.

I tipi più comuni sono le capriate semplici, quelle alla Polonceau, all’inglese, a shed, ecc., realizzate in forma di trave reticolare. Il manto di copertura delle capriate di acciaio è in genere realizzato con lamiere grecate sostenute da arcarecci.

Le capriate di calcestruzzo armato precompresso più diffusamente impiegate per la copertura degli edifici industriali sono del tipo a parete piena a doppia pendenza. Ne esistono però anche altri tipi a forma di trave reticolare, come quelle per le coperture a shed.

Sulle travi di calcestruzzo armato vengono sovrapposti pannelli prefabbricati per formare il piano d’appoggio del manto di copertura.

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