Lo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili è sempre più al centro delle politiche di sviluppo sostenibile, e il settore agricolo non fa eccezione. Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a un crescente interesse per due concetti chiave: agrivoltaico e agrisolare. Sebbene questi termini siano spesso utilizzati in modo intercambiabile, è importante comprendere le differenze sostanziali tra i due.
Differenza tra agrivoltaico e agrisolare
Nelle scorse settimane si è sentito spesso parlare degli incentivi che il governo italiano ha approvato per favorire lo sviluppo del fotovoltaico anche nel settore agricolo, considerato uno dei settori più promettenti per lo sviluppo delle FER. Il PNRR riserva a tal fine un’ampia parte dei fondi proprio ad agrivoltaico e agrisolare con due misure specifiche: il “Decreto Agrivoltaico” e il “Bando Parco Agrisolare”. Sebbene i termini si assomiglino, non bisogna fare confusione in quanto si tratta di due tipologie diverse di impianti fotovoltaici nel settore agricolo.
L’agrisolare si riferisce infatti all’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di edifici e strutture agro-industriali, mentre l’agrivoltaico integra la produzione energetica direttamente nei campi agricoli, spesso mediante strutture elevate che permettono il passaggio delle macchine agricole e la crescita delle colture sottostanti. Le principali differenze risiedono quindi nel luogo di installazione e nell’interazione con l’attività agricola.
Cos'è l'agrivoltaico
Come anticipato, mentre l’agrisolare sfrutta dunque superfici già costruite, l’agrivoltaico punta invece all’integrazione di impianti fotovoltaici direttamente nei terreni agricoli, consentendo la coesistenza di produzione agricola e generazione di energia solare. Questa soluzione permette di ottimizzare l’uso del terreno, oltre a rendere più sostenibili e meno offrendo molteplici benefici: oltre all’abbattimento dei costi energetici e all’efficientamento delle imprese agricole, diversi studi hanno dimostrato come i sistemi agrivoltaici sono in grado sia di aumentare la resa delle colture agricole, che di ridurre il consumo di acqua.
Dal 4 giugno fino al 2 settembre 2024 è possibile fare domanda per accedere al bonus per l’agrivoltaico innovativo che permette l’erogazione di un contributo in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili, oltre ad una tariffa incentivante per l’energia elettrica prodotta e immessa nella rete.
Cos'è l'agrisolare
Come visto, l’agrisolare si concentra sull’utilizzo dei tetti dei fabbricati agricoli per l’installazione degli impianti fotovoltaici come i tetti di stalle, fienili e capannoni. L’obiettivo è quello di sfruttare le superfici già costruite per produrre energia pulita senza occupare o togliere spazio all’attività agricola.
Il bando agrisolare 2024 (già alla sua terza edizione), prevede contributi a fondo perduto fino all’80% per l’installazione di questa tipologia specifica di impianti. Il bando oltre a coprire le spese di ristrutturazione necessarie per rendere le strutture idonee all’installazione dei pannelli solari, copre anche altri interventi di efficientamento energetico degli stessi. Sono ammessi i lavori di:
- acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati;
- isolamento termico dei tetti;
- realizzazione di un sistema di aerazione;
- rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti:
- acquisto di sistemi di accumulo energetico.
Inoltre a differenza del bonus agrivoltaico, possono accedere al contributo non solo gli imprenditori agricoli, sia in forma individuale che societaria e le cooperative agricole che svolgono attività agricola e relativi consorzi ma anche le imprese agroindustriali nel settore zootecnico.