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Pacchetto fit for 55 efficienza energetica edifici: cos’è e come ottenerlo

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La recente Direttiva UE sulle prestazioni energetiche degli edifici ha stabilito come obiettivo da raggiungere per l’edilizia le zero emissioni entro il 2050 il che vuol dire che circa il 60% degli italiani dovrebbero avviare una ristrutturazione edilizia entro il 2030, per agli obiettivi del pacchetto Fit for 55.

 

pacchetto fit for 55
Pacchetto fit for 55 efficienza energetica edifici
(immagine
di OpenClipart-Vectors – Fonte: pixabay.com)

 

 

 

Cos’è il pacchetto Fit for 55

A breve verrà ufficialmente approvata dal Parlamento Europeo la nuova Direttiva UE riguardanti le prestazioni energetiche degli edifici che ha come obiettivo quello di azzerare completamente le emissioni dell’intero patrimonio edilizio dell’Unione Europea entro il 2050.

Un obiettivo ambizioso (e forse necessario) per cercare di cambiare rotta e arginare il fenomeno dei cambiamenti climatici. Ormai tutti ne parlano e si sta realizzando il fatto che non ci resta più molto tempo e visto che l’edilizia è uno dei settori che contribuiscono maggiormente all’innalzamento
della CO2 è necessario intervenire. Per quanto riguarda il nostro paese circa il 60% del comparto immobiliare esistente andrebbe sistemato entro il 2030 per riuscire a raggiungere tale obiettivo.

 

Gli obiettivi di questa Direttiva (già approvata nella prima bozza a Dicembre 2021) vengono definiti pacchetto Fit for 55 con regole più severe rispetto alla prima bozza. Le prescrizioni previste dalla Direttiva variano in base alla tipologia di edificio, alla sua funzione residenziale o non residenziale, alle nuove costruzioni o al patrimonio esistente.

Approfondimento:
Fit for 55, ok del Consiglio UE: regole più severe per le prestazioni
energetiche degli edifici

 

Standard per le nuove costruzioni

L’applicazione della Direttiva è demandata ai vari Stati Membri dell’Unione e per facilitare quali sono i passi da fare per la ristrutturazione edilizia del patrimonio europeo il Consiglio Europeo ha elaborato una serie di infografiche estremamente intuitive e di facile interpretazioni come quella che vediamo qui sotto.

infografica fit for 55

Questi interventi e questa presa di posizione dell’Unione Europea è d’obbligo visto che gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici dell’UE e di quasi il 36% delle emissioni di CO2.  

Anche se ci sono paesi come la Cina e gli Stati Uniti che continuano in u certo senso a fregarsene del clima e dell’ambiente è giusto che almeno l’Europa faccia da apripista. Il fatto è che non affatto semplice attuare in concreto le direttive. Secondo la norma infatti le emissioni zero dovranno essere raggiunte entro il 2028 per i nuovi edifici pubblici e entro il 2030 per tutti gli altri edifici. A nostro avviso
un provvedimento corretto ma che forse andava fatto qualche anno fa visto che siamo già nel 2023. Polemiche a parte questa è l’unica strada percorribile e bisogna farlo.

 

Standard per gli edifici esistenti

La vera sfida del pacchetto Fit for 55 non sono tanto gli edifici pubblici o privati di nuova costruzione ma tutti gli edifici esistenti. Secondo una stima approssimativa circa il 75% degli edifici esistenti in Europa è inefficiente dal punto di vista energetico e nel nostro paese tocca punte ben più elevate. Una gran parte degli edifici presenti sul nostro territorio sono stati realizzati tra gli anni ’60 e ’70 e poi tra gli anni ’80 e 2000 quando gli standard energetici non esistevano.

Edifici non residenziali

Per quanto riguarda gli edifici non residenziali gli Stati membri dovranno definire delle soglie minime di prestazione energetica, in pratica dovranno stabilire la quantità massima di energia che gli edifici possono utilizzare per mq all’anno.

In ogni caso la Direttiva EPBD impone di rispettare obbligatoriamente due soglie:

  • entro il 2030, tutti gli edifici non residenziali dovranno essere al di
    sotto del valore del 15%;
  • entro il 2034, tutti gli edifici non residenziali dovranno essere al di
    sotto del valore del 25%.
infografica

Edifici residenziali

Qui arriva il punto dolente ovvero la parte più difficile da attuare. Secondo la Direttiva EPBD tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica “E” entro il 2030, il che vuol dire che molte famiglie dovranno spendere soldi per lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica. Ora se non vengono dati degli incentivi e sgravi fiscali dubito che le persone spendano tutti quei soldi per sistemare le loro abitazioni. Secondo una stima ogni famiglia in media dovrebbe spendere circa 50-60 mila euro di interventi.

Non solo la Direttiva impone altre due soglie:

  • entro il 2033 la classe energetica D;
  • entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da poter garantire un
    parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.

Il punto che ad oggi non è chiaro sono gli incentivi per l’efficientamento che i vari Stati o l’Unione Europea dovrebbe stanziare per attuare e ottenere il raggiungimento di tale obiettivo. La cosa seppur difficile non è impossibile e se ci sono i soldi le cose si possono fare.

 

Cosa succede se non ci si adegua alla Direttiva

Per chi non si dovesse adeguare alla Direttiva UE scatteranno delle sanzioni decide dagli Stati Membri e il contestuale deprezzamento degli immobili nelle classi energetiche più basse, che secondo una stima ENEA sono il 60% del comparto edilizio. 

Ovviamente riqualificare dal punto di vista energetico un edificio ha diversi vantaggi dal punto di vista energetico e del valore di mercato dell’immobile resta il fatto che tralasciando il Bonus 110% ad oggi rimane il Bonus ristrutturazioni con la detrazione Irpef del 50% sui lavori eseguiti in 10 anni ma questo a nostro avviso non è sufficiente visto l’ammontare degli importi per eseguire tali lavori. L’unione e i vari Stati dovrebbero attuare delle vere politiche di sostentamento e investimento.

Energia rinnovabile su tutti gli edifici entro il 2030

Altro grande obiettivo fissato dalla Direttiva EPBD è che tutti gli edifici pubblici non residenziali con superficie coperta utile superiore a 250mq, entro il 2030 dovranno dotarsi di impianti solari (fotovoltaico). Dal 2028 varrà lo stesso principio anche per gli edifici pubblici non residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti o profonde con una superficie coperta utile superiore a 400 m², e dal 2030 tale obbligo si estenderà anche per gli edifici residenziali.

infografica

 

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