L’amianto è un materiale pericoloso che, se non gestito correttamente, può rappresentare un grave rischio per la salute dei lavoratori. La valutazione del rischio amianto è essenziale per garantire la sicurezza nei cantieri edili e negli ambienti di lavoro. In questo articolo, esploreremo i criteri di valutazione del rischio amianto, la normativa di riferimento, e le misure di prevenzione e protezione necessarie per minimizzare l’esposizione.
Criteri di valutazione del rischio dell'amianto
La prima fase della valutazione del rischio amianto consiste nell’identificazione dei materiali contenenti amianto (MCA) presenti in un edificio o in un cantiere. Questo processo include due step primari:
- Ispezione visiva: identificazione dei materiali sospetti attraverso l’osservazione diretta.
- Documentazione storica: consultazione di documenti e progetti edilizi per individuare l’uso di amianto tra i materiali utilizzati.
Una volta identificati i materiali contenenti amianto, è necessario valutare il loro stato di conservazione. I materiali in buone condizioni possono essere gestiti in situ, mentre quelli deteriorati richiedono interventi di bonifica. I fattori da considerare includono:
- Friabilità del materiale: la facilità con cui il materiale può rilasciare fibre di amianto nell’aria.
- Danni visibili: presenza di crepe, rotture o altri segni di deterioramento.
La valutazione dell’esposizione implica l’analisi della probabilità che le fibre di amianto vengano rilasciate e inalate dai lavoratori. Questo comprende:
- Attività lavorative: tipo di lavoro svolto e la sua intensità.
- Durata dell’esposizione: tempo durante il quale i lavoratori sono esposti al materiale contenente amianto.
- Misure di controllo esistenti: efficacia delle misure di prevenzione e protezione già implementate.
Normativa di riferimento
In Italia, la normativa di riferimento per la gestione dell’amianto è principalmente rappresentata dal D.Lgs. 81/2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, e dalle successive modifiche e integrazioni. Questo decreto stabilisce le misure di sicurezza e salute sul lavoro, compresa la gestione del rischio amianto.
A livello europeo invece, la Direttiva 2009/148/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione all’amianto durante il lavoro, fornisce le linee guida per la gestione dell’amianto.
Come effettuare il campionamento per la verifica amianto e valore limite di esposizione
Il campionamento per la verifica dell’amianto deve essere effettuato da personale qualificato. Le principali tecniche di campionamento includono:
- Campionamento dell’Aria: Rilevamento delle fibre di amianto nell’aria tramite pompe di aspirazione e filtri specifici.
- Campionamento del Materiale: Prelievo di campioni di materiale sospetto per l’analisi in laboratorio.
L’analisi dei campioni può essere effettuata mediante tecniche come la microscopia ottica a contrasto di fase (MOCF) o la microscopia elettronica a scansione (SEM).
Il valore limite di esposizione all’amianto per i lavoratori è definito dalla normativa e varia a seconda del paese. In Italia, il limite attuale è di 0,1 fibre per centimetro cubo (fibres/cm³) in media ponderata su 8 ore di lavoro, come stabilito dal D.Lgs. 81/2008.
Conclusione
La valutazione del rischio amianto è un processo critico per garantire la sicurezza e la salute nei cantieri edili. Identificare i materiali contenenti amianto, valutare il loro stato di conservazione e l’esposizione dei lavoratori sono passaggi essenziali per gestire correttamente questo rischio. Conoscere e rispettare la normativa di riferimento, eseguire campionamenti accurati e implementare misure di prevenzione e protezione adeguate sono fondamentali per ridurre i pericoli associati all’amianto.