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Come riparare il cappotto termico esterno

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Il cappotto termico esterno è la soluzione migliore per isolare dal caldo e dal freddo l’abitazione e contenere i consumi energetici e la dispersione di calore. Ma il cappotto è anche molto “fragile” e dopo una grandinata o il passare del tempo potrebbe rovinarsi o fessurarsi. Vediamo come riparare il cappotto termico esterno danneggiato.

cappotto termico danneggiato
Cappotto termico esterno danneggiato dalla grandine
(foto di Hans – Fonte: pixabay.com)

Perchè si danneggia il cappotto e perchè è necessario ripararlo

Il cappotto termico esterno è il sistema più efficace per contenere i consumi energetici di un edificio e limitare (in alcuni casi azzerare) la dispersione di calore, mantenendo un comfort abitativo ideale in estate e in inverno utilizzando il meno possibile gli impianti tecnologici per riscaldamento e raffrescamento.

Il cappotto termico quindi, assieme a dei buoni serramenti in vetrocamera e relativi sistemi di oscuramento, sono in grado di sprecare meno energia, contenendo i consumi energetici (che si traducono in minori costi in bolletta) e soprattutto inquinando meno l’ambiente.

Il cappotto termico però non è resistente come il normale intonaco o altri tipi di rivestimento di facciata, e con il tempo potrebbe avere delle piccole crepe. Un altro fattore molto pericoloso per il cappotto termico esterno è la grandine, che oltre a rovinarlo potrebbe addirittura danneggiarlo creando dei veri e propri buchi.

Ma in realtà si possono verificare altri danni dovuti essenzialemnte da errori di posa o da eventi esterni come le sollecitazioni dinamiche e il ritiro differenziale o ancora dal degrado dovuto alla naturale usura generata dalle condizioni atmosferiche e dal succedersi delle stagioni, come la dilatazione termica, conseguenza dei cambiamenti di temperatura, a cui la facciata è costantemente sottoposta.

In questi casi occorre intervenire immediatamente per la riparazione perchè se si rovina l’isolamento termico si compromette l’utilità e l’efficacia dello stesso.

La qualità dei materiali e la manutenzione

A fare la differenza sulla durata nel tempo è la qualità dei materiali utilizzati e la corretta manutenzione ordinaria e straordinaria.

Infatti, è importante:

  • Scegliere solamente prodotti testati e certificati;
  • Corretta progettazione e posa secondo la norma UNI 11715;
  • Scegliere installatori qualificati e specializzati secondo norma UNI 11716 in grado di garantire un lavoro di qualità.

Un cappotto posato male o con materiali scadenti durerà meno nel tempo e sarà più soggetto a subire danni. Se non si rispettano tutti e tre questi punti, potrebbe già a a distanza di pochi mesi dalla posa, verificarsi i primi danni e problemi.

Tipi di danno che può subire un cappotto esterno

Con il passare del tempo o dopo eventi atmosferici importanti si possono verificare tutta una serie di danni sula cappotto, riscontrabili con un’analisi visisa, che possono essere più o meno gravi.

Questi danni possono essere solamente di natura estetica oppure essere di tipo funzionale, che in base all’entità si possono così distinguere:

  • degrado estetico: dovuto a muffe scolorimento e microcavillature;
  • danni di lieve entità: dovuti a scarsa planarità della superficie, cavillature superiori a 0,2 mm, evidenza della pannellatura in facciata;
  • danni di media entità: dovuti a distacchi della rasatura, rigonfiamenti, fessurazioni e crepe con ampiezza superiore a 1 mm
  • danni di grave entità: dovuti a impatti da grandine e urti accidentali, lesioni maggiori o crepe con ampiezza superiore a 2 mm, distacchi dei pannelli, gravi errori di posa in opera o progettazione.

Ogni quanto va fatta la manutenzione

La prima regola per fare una buona manutenzione del cappotto esterno è quella di fare un’accurata analisi visiva già dopo 4-6 mesi dalla posa e un’altra dopo 1 anno. In questo modo è possibile varificare il comportamento del cappotto esterno dopo un intero ciclo di stagioni (primavera, estate, autunno e inverno).

Successivamente è necessario fare ulteriori analisi visive per verificare il comportamento del sistema in maniera peiodica e regolare ogni 2-3 anni. La frequenza delle successive ispezioni dipende da fattori legati alle condizioni dell’edificio:

  • ubicazione e tipologia,
  • scelta del materiale isolante e utilizzo degli accessori per la cura dei dettagli costruttivi,
  • natura del rivestimento e intensità del colore.

Fondamentalmente durante queste analisi si verifica lo strato di rasatura e finitura e nello specifico se vi è la presenza di:

  • contaminazione da alghe e funghi;
  • formazione di crepe;
  • danni, rotture, rigonfiamenti e distacchi;
  • tenuta delle connessioni e dei giunti di dilatazione;
  • tenuta all’acqua e pulizia di davanzali, balconi e componenti sporgenti.

In tutti questi casi occorre intervenire, ma come?

Interventi per sistemare il cappotto danneggiato

Abbiamo visto cos’è e come funziona un cappotto termico esterno, e anche quali danni può subire e il perchè si può danneggiare. Detto questo che si riscontra qualche danno visto l’entità degli interventi e la delicatezza, è consigliato contattare una ditta specializzata in grado di intervenire con soluzioni e prodotti adeguati al tipo di danno.

Per intervenire occorre utilizzare anche un ponteggio e muoversi in sicurezza, perciò è sconsigliato il fai da te.

In ogni caso i possibili interventi di recupero e manutenzione sono:

  • pitturazione con nuova pittura silossanica a elevata idrorepellenza e resistente ad alghe, funghi e muffe;
  • rifacimento di nuovo strato decorativo mediante applicazione di rivestimento colorato compatibile sulla finitura colorata esistente;
  • realizzazione di nuovo strato di rasatura armata e applicazione di nuovo rivestimento colorato;
  • realizzazione di nuovo sistema ETICS mediante raddoppio del cappotto o posa di webertherm robusto universal in sovrapposizione al cappotto esistente;
  • realizzazione del sistema webertherm renovETICS in sovrapposizione al cappotto esistente;
  • realizzazione di nuovo sistema ETICS previa rimozione del cappotto esistente.

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