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Schema impianto antincendio: caratteristiche e normative

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Schema impianto antincendio: caratteristiche e normative

Lo schema impianto antincendio è un impianto firmato da un tecnico abilitato, per garantire la sicurezza delle persone in caso di incendio ed è composto da cavi elettrici,  sensori e una centralina che riceve il segnale e manda immediatamente l’allarme alla centrale dei Vigili del Fuoco e attiva i sistemi di sicurezza.

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Schema impianto antincendio (foto di Free-Photos – Fonte: https://pixabay.com)


Caratteristiche di un impianto antincendio

Un impianto antincendio è un impianto formato da vari componenti che ha la funzione di rilevare e segnalare nel più breve tempo possibile un principio di incendio tramite rilevatori di fumo e far intervenire i Vigili del Fuoco. Un impianto antincendio è dotato anche di sirene e sistemi di allarme per far scappare via le persone in modo ordinato e in sicurezza attraverso le vie di fuga (nel caso di edifici pubblici) ed è dotato anche di dispositivi come estintori di vaio pipo per intervenire tempestivamente prima dell’arrivo dei Vigili del Fuoco. Questo per quanto riguarda edifici pubblici come scuole, fabbriche, cinema, teatri, etc.; ma anche le abitazioni private possono essere dotate di un impianto antincendio. Per gli edifici pubblici lo schema di impianto antincendio e i vari dispositivi di sicurezza variano in base alla tipologia dia attività che viene svolta all’interno ed è redatto dal Progettista Antincedio che predispone vie d’uscita, scale d’emergenza, sistemi di sicurezza, allarmi, etc. e per certi aspetti da direttive al progettista su quale tipo di materiali utilizzare.

Per gli edifici privati, le abitazioni, lo schema impianto antincendio è molto più semplice e in genere anche qui il tecnico che viene installarci l’impianto certifica e garantisce la corretta installazione e funzionalità. Sostanzialmente lo schema impianto antincendio è composto da cavi elettrici, vari sensori che mandano il segnale in caso di incendio o principio di incendio, avvisatori acustici come sirene, sistemi di evacuazione vocale, etc.) e una centrale che riceve i segnali dei sensori e manda immediatamente l’allarme alla centrale dei Vigili del Fuoco che così possono arrivare tempestivamente. In alcuni casi possono essere previsti dei sensori antipioggia e antifumo collocati a soffitto e facoltativamente possiamo collocare degli piccoli estintori per esempio in cucina o nel magazzino ripostiglio cioè cioè vicino alle zone più vulnerabili. Oggi le abitazioni moderne devono utilizzare materiali che hanno una determinata prestazione di reazione al fuoco e resistenza al fuoco REI. 

Quali sono i componenti di un impianto antincendio

I componenti di uno schema di impianto antincendio come specificato nelle norme UNI EN 54-12, sono composti essenzialmente da:
  • Rilevatori automatici d’incendio;
  • Punti di segnalazione manuale;
  • Centrale di controllo e segnalazione;
  • Apparecchiatura di alimentazione;
  • Dispositivi di allarme incendio.

I dispositivi di allarme incendio si dividono a loro volta in:

  • Dispositivi di rivelazione: rappresentano l’input per la centralina di allarme, come i dispositivi di rivelazione fumi e incendi, e i pulsanti manuali di allarme.
  • Dispositivi di segnalazione: sono l’output per la centralina di allarme e sono le sirene acustiche, i pannelli luminosi rossi lampeggianti e i dispositivi di segnalazione ai soccorritori esterni.

Progetto dell’impianto antincendio

Per gli edifici pubblici, ma anche quelli privati, il progetto dell’impianto antincendio deve obbligatoriamente essere redatto e firmato da un tecnico abilitato, che certifica sotto la sua responsabilità la funzionalità dell’impianto, e deve sottoporre il progetto al comando generale dei Vigili del Fuoco che approveranno o meno tale progetto. Il progettista e Direttore Lavori deve scrupolosamente attenersi alle indicazioni e direttive del progetto antincendio. Il DM 07/08/2012 indica i requisiti minimi che deve avere un progetto antincendio, firmato da un tecnico abilitato, e sostanzialmente deve avere la relazione tecnica corredata da appositi elaborati grafici e dallo schema impianto antincendio. Senza tutta la documentazione necessaria e il Nulla Osta dei Vigili del Fuoco non si può far nulla. Per le abitazioni private il progetto e lo schema dell’impianto antincendio è sicuramente più semplice, ma nella sostanza il principio non cambia.

La relazione tecnica, firmata da un professionista e tecnico abilitato alla firma, deve contenere :

Una relazione tecnica dove all’interno viene indicato:

  • Individuazione dei pericoli di incendio: destinazione d’uso, sostanze pericolose e modalità di utilizzo, carico di incendio, lavorazioni ecc;
  • Descrizione delle condizioni ambientali: condizioni di accessibilità, caratteristiche degli edifici, aerazione, affollamento ecc;
  • Valutazione qualitativa del rischio incendio con l’indicazione degli obiettivi di sicurezza;
  • Compensazione del rischio incendio: provvedimenti da adottare e le misure preventive;
  • Gestione dell’emergenza: strategia generale in caso di emergenza, con mitigazione dei rischi residui;
Gli elaborati grafici, anche questi firmati dal tecnico che se ne assume le responsabilità che comprendono:
  • planimetria generale in scala 1:200 o 1:500; 
  • piante in scala da 1:50 a 1:200 con indicate vie di fuga, sistemi di evacuazione, etc.;
  • sezioni ed eventuali prospetti degli edifici, in scala adeguata;
  • schema impianto antincendio.

Sistemi antincendio e certificato di prevenzione incendi

Le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, impongono al datore di lavoro di dotarsi di un CPI (Certificato Prevenzione Incendi) prima dell’inizio di un’attività che comprende anche la stesura dei Piani di Emergenza ed Evacuazione e nominano un responsabile (in genere un dipendente o il titolare stesso) che deve seguire dei corsi di aggiornamento periodico e deve tutelare e gestire la sicurezza delle persone mentre evacuano in caso di incendio. Le vie di fuga devono essere ben segnalate e gli estintori presenti devono essere verificati e ricaricati (o sostituiti) ogni tot di tempo stabilito. Il CPI ha una durata di tre o sei anni, a seconda del tipo di attività, e per fare il rinnovo bisogna chiamare il tecnico abilitato che farà una perizia.

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